PECHINO - Il primo ministro Anthony Albanese è stato accolto a Pechino dal presidente cinese Xi Jinping, in un incontro dal forte valore simbolico che suggella nuovamente la ripresa dei rapporti diplomatici tra i due Paesi dopo anni di tensioni.

Il vertice, tenutosi nell’elegante Sala Est del Palazzo del Popolo, rappresenta il momento più importante del viaggio di sei giorni di Albanese nella Repubblica Popolare Cinese.

Ad accoglierlo, come detto, un Xi Jinping sorridente, che ha lodato l’impegno dell’Australia nel rafforzare i legami bilaterali. “La cosa più importante che possiamo apprendere è l’impegno al rispetto reciproco, alla ricerca del terreno comune pur nelle differenze, e alla cooperazione reciprocamente vantaggiosa”, ha dichiarato Xi durante l’incontro, con le bandiere cinesi e australiane a fare da sfondo.

Il presidente cinese ha ricordato come le precedenti conversazioni abbiano rappresentato “discussioni approfondite su questioni strategiche fondamentali per la direzione delle relazioni Cina-Australia”. Xi Jinping ha riconosciuto i progressi recenti, sottolineando che “grazie agli sforzi congiunti delle due parti, il rapporto ha superato le battute d’arresto ed è ripartito”.

La giornata ha visto Albanese impegnato anche in incontri con il premier Li Qiang e il presidente del Comitato permanente Zhao Leji, che insieme con il presidente Xi Jinping, sono le figure di vertice nella gerarchia politica cinese. L’occasione ha coinciso con il decimo anniversario dell’accordo di libero scambio tra i due Paesi, in un momento in cui la cooperazione sta lentamente crescendo dopo il gelo seguito alle polemiche post pandemia.

Xi Jinping ha dichiarato la volontà della Cina di “spingere ulteriormente il partenariato strategico” per ottenere benefici maggiori per entrambe i Paesi.

Dal canto suo, Albanese ha mostrato apprezzamento per l’ospitalità ricevuta e ha rilanciato il messaggio del suo interlocutore: “È un piacere incontrarla di nuovo. Ho molto apprezzato le sue parole sull’importanza di cercare il terreno comune pur mantenendo le differenze. Questo approccio ha prodotto risultati molto positivi per entrambi i nostri Paesi”. Il Primo ministro ha inoltre espresso la volontà di collaborare su ambiti condivisi, come la decarbonizzazione dell’industria siderurgica.

Tuttavia, dietro i sorrisi diplomatici, non sono mancati e non mancano i punti critici. L’Australia ha infatti espresso preoccupazione per l’aumento dell’attività militare cinese, comprese esercitazioni navali nelle vicinanze delle sue acque territoriali. È probabile che Albanese sollevi anche la questione della detenzione dello scrittore sino-australiano Yang Hengjun e i dubbi australiani sulla presenza strategica cinese nel porto di Darwin, di cui Canberra intende revocare il controllo a una compagnia cinese.

La tensione ha trovato eco anche sui media statali cinesi: in un articolo sono state minacciate possibili ritorsioni economiche, tra cui restrizioni alle importazioni australiane, qualora il governo Albanese procedesse contro gli interessi di Pechino.

Un ulteriore episodio controverso si è verificato durante il soggiorno della delegazione australiana. Alcuni giornalisti al seguito del Primo ministro, mentre effettuavamo foto e video in un’area turistica di Pechino, sono stati bloccati da agenti della sicurezza. Nonostante avessero i permessi per filmare, sono stati trattenuti, invitati a consegnare le immagini e seguiti dalla polizia. Alla fine, hanno potuto lasciare il sito con il materiale, ma l’incidente ha evidenziato le difficoltà persistenti in materia di libertà di stampa e trasparenza in territorio cinese.

La visita di Albanese, pur ricca di segnali distensivi, conferma che il dialogo tra Pechino e Canberra resta complesso. I rapporti si stanno ricucendo, ma sul tavolo permangono anche divergenze sostanziali.