CANBERRA - A quasi cinquant’anni dalla sua clamorosa destituzione, Gough Whitlam - il riformista laburista che trasformò l’Australia - verrà celebrato con una statua davanti alla Old Parliament House di Canberra. L’annuncio è stato dato ieri sera dal primo ministro Anthony Albanese, che ha definito l’iniziativa “un tributo a un leader che cambiò per sempre il Paese”.

Whitlam, primo ministro dal 1972 al 1975, fu rimosso dal governatore generale Sir John Kerr dopo che l’opposizione guidata da Malcolm Fraser aveva bloccato in Senato l’approvazione del bilancio, paralizzando di fatto il governo. Il gesto, senza precedenti nella storia australiana, è passato alla storia come The Dismissal e continua ancora oggi a dividere gli storici e l’opinione pubblica.

Parlando al Museum of Australian Democracy, Albanese ha definito l’episodio “non una crisi costituzionale, ma un agguato politico di parte”.

“L’11 novembre 1975 non fu un atto di equilibrio istituzionale, ma un colpo inferto alla democrazia -  ha detto il primo ministro -. Fu come se il vecchio conservatorismo, che si pensava sconfitto per sempre nel 1972, avesse teso la mano dalla sua tomba per rovesciare un governo eletto dal popolo”.

Whitlam guidò il primo governo laburista dopo 23 anni di opposizione, portando un’ondata di riforme che ancora oggi definiscono l’identità australiana: l’espansione del welfare e dell’accesso all’istruzione, le basi per Medicare, la fine della White Australia Policy e l’apertura delle relazioni diplomatiche con la Cina.

“Il governo Whitlam ispirò fiducia e ambizione - ha ricordato Albanese -. Fu un periodo in cui l’Australia si sentì più uguale, più aperta, più a suo agio con se stessa e con la propria regione”.

La statua, ha spiegato Albanese, “commemorerà non solo l’uomo, ma le vite e le comunità che la sua visione ha trasformato”.

Sarà rivolta verso la National Gallery, istituita proprio dal suo governo, e verso la capitale che Whitlam “ha contribuito a rendere moderna e consapevole del proprio destino”.

“Gough cambiò l’Australia - ha concluso Albanese -. E il suo sguardo, ora in bronzo, continuerà a ricordarci cosa significa avere il coraggio di riformare”.