OTTAWA - Il colloquio con il presidente statunitense, previsto per martedì ora locale (oggi in Australia), è saltato a causa della partenza anticipata di Trump pressato dagli sviluppi del conflitto in corso tra Israele e Iran. Il governo australiano ha definito la decisione “comprensibile”, sottolineando la gravità della crisi in corso in Medio Oriente.

Il primo ministro ha, comunque avuto un incontro, con funzionari Usa di alto livello come il segretario al Tesoro Scott Bessent, il direttore del Consiglio economico nazionale Kevin Hasset e il rappresentante al Commercio Jamieson Greer.

Data l’assenza Trump, Albanese ha puntato tutto sulla ripresa del dialogo con l’Europa. In un incontro con il cancelliere tedesco, il primo ministro si è detto “molto determinato a concludere rapidamente” l’accordo, ricevendo immediato sostegno da Friedrich Merz. In programma anche colloqui con la presidente della Commissione UE Ursula von der Leyen e il presidente del Consiglio europeo Antonio Costa.

L’UE è il terzo partner commerciale dell’Australia, con scambi bilaterali per 106 miliardi di dollari nel 2022/23. I negoziati sull’accordo, avviati nel 2018, sono rimasti bloccati per anni su questioni come l’uso di nomi europei per prodotti locali (prosecco, feta, ecc.) e i dazi europei sull’agricoltura australiana.

Intanto, si prolunga l’incertezza sugli scambi con gli Usa: le esportazioni australiane restano colpite da tariffe generali del 10% e del 50% su quelle di acciaio e alluminio. Albanese sperava di affrontare anche la questione AUKUS, dopo che Washington ha avviato una revisione del patto.

Gli incontri multilaterali a cui Albanese ha avuto accesso in questo vertice del G7 lo hanno visto scambiare punti di vista con i leader di Giappone, Regno Unito, Francia, Canada, Corea del Sud e con il segretario generale della NATO.