CANBERRA – Il primo ministro Anthony Albanese ha confermato di essersi congratulato personalmente con Donald Trump per il suo trionfo alle elezioni presidenziali statunitensi.

Albanese ha detto di aver telefonato al 47esimo presidente americano, giovedì mattina. “Abbiamo parlato dell’importanza dell’alleanza Australia-USA, della solidità dei rapporti di amicizia tra i nostri Paesi soprattutto in materia di sicurezza, di AUKUS (il patto trilaterale, con il Regno Unito, per la fornitura di una flotta di sottomarini a propulsione nucleare all’Australia, ndr.), di commercio e investimenti”.
Anthony Albanese ha sottolineato l’importanza dell’alleanza con Stati Uniti e Regno Unito, dichiarando che continuerà a lavorare a stretto contatto con Trump per il bene dell’intera area regionale.
“Australia e America sono alleati da tempo e veri amici”, ha detto Albanese che ha ribadito che la relazione tra i due Paesi è ancorata su valori condivisi e rispetto reciproco.

Trump ha già ricevuto le congratulazioni di vari leader mondiali dopo la vittoria elettorale.

Il ministro degli Esteri Penny Wong ha dichiarato che, sebbene Trump abbia espresso l’intenzione di adottare una nuova direzione, la collaborazione tra USA e Australia resterà fondamentale.
“Trump ha condotto una campagna di cambiamento, quindi non dovremmo sorprenderci se ci saranno differenze”, ha detto  Wong, per poi sottolineare come l’Australia sia sicura di sé e della propria capacità di lavorare per i propri interessi nazionali.

Pur non avendo ancora stabilito un contatto diretto con il nuovo presidente, Wong ha affermato che il governo australiano intende mantenere la collaborazione tra i due paesi nonostante le differenze di indirizzo politico, particolarmente quelle in materia di clima.

Il primo ministro ha respinto al mittente la richiesta di scuse che dovrebbe porgere a Trump per un commento negativo sul presidente eletto. In un video risalente al 2017, ripreso durante un festival musicale, ad Albanese fu chiesto come avrebbe gestito negoziati con Trump.  “Con trepidazione – ha risposto - perché Trump mi spaventa a morte e credo sia preoccupante che il leader del mondo libero, pensi di poter fare politica servendosi solo dei 140 caratteri consentiti da Twitter”.
Dicendosi interessato a collaborare con il presidente eletto, il primo ministro, ha aggiunto: “Ho dimostrato di avere l’abilità di misurarmi con i leader mondiali e di sviluppare rapporti positivi con tutti loro”. “Il nostro governo lavorerà a stretto contatto con l’amministrazione Trump per massimizzare i benefici del nostro partenariato economico”, ha confermato il capo del governo.
“Sarò lieto di lavorare assieme al presidente eletto, nell’interesse dei nostri Paesi - ha aggiunto Albanese -, che hanno una lunga storia di sacrifici condivisi, un impegno su valori comuni e soprattutto grande rispetto e affetto tra i nostri due popoli”.

Il leader dell’opposizione Peter Dutton ha fatto eco ai sentimenti espressi dal primo ministro, segnalando che “Australia e Stati Uniti, devono perseguire con rinnovata energia e fiducia tutti i fattori unificanti degli americani e degli australiani: i principi che ci sono cari, il patriottismo e il pragmatismo che ci definisce. E Trump non è qualcuno di cui aver paura”.

“Gli USA sono stati una travolgente forza positiva - ha continuato il leader della Coalizione -, e quando i nostri più stretti alleati sono forti e al meglio, il mondo intero è al meglio”.

L’ex primo ministro Malcolm Turnbull, che aveva collaborato con Trump durante il suo primo mandato, ha sottolineato che la relazione personale tra i leader sarà cruciale: “Trump rispetta la forza, e il primo ministro dovrà mantenere una posizione di rispetto reciproco”.

Il portavoce dell’opposizione per gli Affari esteri Simon Birmingham ha ribadito la necessità di mantenere in vigore l’accordo AUKUS, a sua detta, dalla valenza strategica tanto per l’Australia che per gli USA.

Voce fuori dal coro quella del leader dei verdi, Adam Bandt, che ha definito la vittoria di Donald Trump un “risultato terrificante” sollecitando il primo ministro Albanese di rescindere immediatamente il patto di sicurezza AUKUS: “Dobbiamo essere in grado di decidere autonomamente la nostra politica di difesa e degli esteri, non possiamo essere legati ad un demagogo pericoloso”, ha scritto su X (ex Twitter).

Intanto l’ambasciatore australiano a Washington, l’ex primo ministro laburista Kevin Rudd, ha cancellato vecchi messaggi postati sui social media, particolarmente critici di Donald Trump.
Prima di venir nominato ambasciatore, infatti, Rudd aveva descritto Trump, come un traditore dell’occidente” e “il presidente più distruttivo della storia”.

In un comunicato Rudd ha detto che i commenti erano stati fatti nel suo precedente ruolo alla guida di un think-tank indipendente di base negli USA, quando commentava regolarmente l’attualità politica americana, aggiungendo di aver rimosso i messaggi, per eliminare ogni possibilità che vengano strumentalizzati.
“L’ambasciatore Rudd è lieto di lavorare con il presidente Trump e I suoi collaboratori al fine di rafforzare ulteriormente l’alleanza Australia-USA”, si legge in un comunicato della sede diplomatica australiana.

Il portavoce dell’opposizione agli Esteri, Simon Birmingham, intervenendo al Senato, ha chiesto al ministro degli Esteri Penny Wong, della tempistica della rimozione dei commenti da parte di Rudd, sottolineando che avrebbe dovuto agire prima.