BOLOGNA – I farmaci antitumorali che stava assumendo hanno inciso sulla misurazione dell’alcol test, inficiandone il risultato. Per questo, un automobilista fermato alla guida con un tasso alcolemico superiore a 1,6 grammi per litro è stato assolto perché il fatto non sussiste.  

La decisione è stata presa dal giudice per le indagini preliminari al termine di un processo celebrato con rito abbreviato, nel quale anche la Procura aveva chiesto l’assoluzione. 

L’uomo era stato fermato nei mesi scorsi dai carabinieri a Ozzano Emilia, in provincia di Bologna, intorno alle due di notte, dopo aver assistito a una partita di calcio con amici.  

A seguito del controllo con l’etilometro, lo strumento che misura la concentrazione di alcol nell’aria espirata, erano scattati la denuncia, il ritiro della patente e il fermo amministrativo del veicolo. 

Nel corso del giudizio, però, il gip ha tenuto conto degli elementi prodotti dalla difesa, rappresentata dagli avvocati Savino Lupo e Roberta Zerbinati, tra cui una consulenza tossicologica. Dalla documentazione è emerso che l’imputato era affetto da una malattia ematologica, per la quale aveva affrontato un anno di chemioterapia e un trapianto di cellule staminali. Al momento del controllo era ancora sottoposto a una rilevante terapia farmacologica quotidiana. 

Secondo quanto evidenziato nella consulenza, la somministrazione concomitante di più farmaci aveva inciso sul fegato, alterando il normale meccanismo di metabolizzazione dell’alcol. Questo avrebbe determinato un accumulo di etanolo non correttamente smaltito dall’organismo, rendendo inattendibile il dato rilevato dall’alcol test e non rappresentativo di un reale stato di alterazione alla guida. 

Il giudice ha quindi ritenuto impossibile accertare con certezza le effettive concentrazioni di alcol nel sangue e il momento dell’eventuale assunzione, pronunciando una sentenza di assoluzione perché il fatto non sussiste.