BUENOS AIRES – Nel cuore di Palermo Soho, uno dei quartieri gastronomici più vivaci di Buenos Aires, esiste un luogo dove è possibile ordinare qualsiasi vino nazionale, anche le bottiglie più rare e introvabili. Questo posto è Aldo’s, il ristorante-enoteca fondato da Aldo Graziani, che da quattordici anni è diventato un punto di riferimento per gli amanti del vino argentino.
Con un menù italo-americano, Aldo definisce il suo ristorante come “wine-focused”, un concetto che mette in primo piano la qualità e varietà della carta dei vini, pur senza trascurare la bontà dei piatti.
“Abbiamo scelto la cucina italiana perché credo che sia quella che meglio si abbina alla degustazione del vino, grazie alla varietà dei prodotti, che spazia dai formaggi alle verdure, dalla carne al pesce", spiega Aldo, che nel suo locale offre piatti come la burrata, paccheri alla calabrese, agnolotti di zucca, gnocchetti sardi alle vongole e risotto agli scampi.
Con oltre 600 etichette provenienti da piccoli, medi e grandi produttori, Aldo’s rappresenta una vera e propria mappa del vino argentino, con una selezione che abbraccia tutte le regioni vinicole del Paese.
Aldo Graziani, con più di quarant’anni di esperienza nel settore, ha iniziato a lavorare nel mondo della gastronomia all’età di 15 anni.
La sua passione per il vino è sbocciata durante il suo periodo al Gran Bar Danzon, il primo bar specializzato di Buenos Aires. Da allora, Aldo è diventato un rinomato sommelier, selezionato dalla rivista Decanter come membro permanente della giuria per l’America Latina.
“Cerco di essere un promotore del vino argentino”, afferma Aldo, che non si limita a dirigere il suo ristorante, ma scrive anche per riviste specializzate, partecipa a programmi radiofonici e televisivi. E organizza circa trenta degustazioni guidate all’anno nel suo locale.
Nel corso degli anni, il consumo di vino in Argentina ha vissuto diverse trasformazioni.
“Negli anni Settanta, il consumo medio pro capite era di 100 litri all’anno, oggi è sceso a 19 litri. Nonostante ciò, il vino rimane un elemento culturale fondamentale – sottolinea Aldo –. A partire dagli anni Novanta, l’industria vinicola locale ha iniziato a svilupparsi seriamente come prodotto di nicchia, e oggi stiamo assistendo a un rinnovato interesse per il vino, specialmente nei giovani, con nuove etichette provenienti da diverse zone del Paese”.
Oltre a promuovere il vino argentino, Aldo è anche produttore. Il primo vino che ha creato con i suoi soci, è stato Tutu, battezzato in omaggio all’album di Miles Davis, un’icona del jazz. L’etichetta, illustrata dall’artista Miguel Rep, riprende la copertina dell’album che Davis aveva dedicato a monsignor Desmond Tutu, sacerdote e attivista sudafricano contro l’apartheid. Un Malbec calcareo che proviene da due vigneti in zone diverse di Mendoza, Gualtallary e Paraje Altamira, dai suoli alcalini che conferiscono al vino caratteristiche uniche.
“La musica è una grande ispirazione”, spiega Aldo che, come sua moglie, è un grande amante del jazz. Insieme hanno aperto il club Bebop, punto di riferimento di questo genere musicale a Buenos Aires.
“Tutu ha ottenuto 34 punti da Patricio Tapia, uno dei più prestigiosi critici cileni – racconta con orgoglio –. Questo riconoscimento è particolarmente significativo, poiché segna l’inizio delle nostre esportazioni e ci dà la spinta per espandere la nostra presenza sui mercati internazionali”.
Grazie ai riconoscimenti ottenuti, il vino è già arrivato negli Stati Uniti, e Aldo è in trattative anche con clienti in Costa Rica, Uruguay e Brasile, ma “il mercato europeo è una sfida completamente diversa”, ammette.
Oltre a Tutu (di cui sono disponibili, oltre al Malbec, le varietà Chardonnay, Pinot Noir e Semillón elaborato come Naranjo) produce altre due etichette: Antro, una linea più accessibile (Malbec, Pinot Noir, Chardonnay e Bonarda), e Litro de Vino, bottiglie da litro fatte con vini di diverse zone del Valle de Uco, ispirate ‘al vino di una volta’.
Inoltre, realizza microvinificazioni di settori particolari delle proprie parcelle, come parte della serie Las Villanas (Le Cattive), in onore di donne ribelli come la cantante jazz Etta James, nonché per ricordare Andrea, una cara amica e collaboratrice, venuta a mancare qualche anno fa.
Appassionato di vino, e di radici italiane (la sua famiglia è originaria di Bologna), Aldo viaggia spesso in Italia per approfondire la cultura enogastronomica. “Là non si mangia mai male – afferma –. Certamente bisogna evitare le trappole per turisti, ma la cosa migliore è farsi consigliare dalla gente del posto”.
Tra i suoi luoghi preferiti ci sono Barolo e Barbaresco (Cuneo), dove ogni locale gastronomico è una vera delizia. Aldo è un grande fan del vitello tonnato e si dedica a degustare tutte le versioni di questo piatto, che si abbina perfettamente al Barolo, un vino rosso leggero.
Con Aldo’s, l’esperienza del vino si intreccia con la passione per la cucina, la musica e la cultura, creando un punto di riferimento unico per chi cerca un assaggio autentico dell’Argentina, sia nel bicchiere che nei piatti.