La storia di Alessandro Luppolo è un viaggio nell’anima e nel gusto, con un percorso culinario che inizia a Monza, nella pasticceria di sua zia. In quell’ambiente familiare muove i primi passi tra sac à poche e creme Chantilly, assorbendo fin da subito valori fondamentali come il rispetto, la precisione negli ingredienti, la puntualità: principi che plasmano la sua etica professionale.

Inizia a lavorare per avere qualche risparmio, mentre intraprende studi da perito informatico. Tuttavia, capisce presto che la sua vera vocazione si trovava tra farine e cioccolato. A soli vent’anni decide di inseguire il sogno di una carriera internazionale: parte per New York, dove comincia a lavorare presso Tarallucci & Vino. Lì, in mezzo all’energia travolgente della Grande Mela, scopre la gioia della creazione in cucina.

Tornato in Italia per affinare ulteriormente le sue competenze, entra nel prestigioso gruppo di pasticceria del Four Seasons Hotel di Milano, dove tocca con mano l’eccellenza dell’ospitalità a cinque stelle. Ma la sua sete di perfezionamento lo porta oltre: accetta la sfida della cucina stellata al Grand Hotel Villa Serbelloni di Bellagio, lavorando per tre anni al fianco dello chef Ettore Bocchia, pioniere della gastronomia molecolare nel Belpaese.

Ma è nel cuore pulsante di Manhattan, dove torna, che Alessandro vive una tappa fondamentale della sua carriera: lavora per la François Payard Patisserie, si immerge nell’universo della pasticceria francese, ottenendo il ruolo di junior sous chef ed entra presto a contatto con alcuni dei grandi nomi della ristorazione mondiale, come Daniel Humm e Bradley Ray. In questo stesso periodo, esplora le eccellenze gastronomiche della città e scopre il cioccolato bean-to-bar a Brooklyn: “Inizio a pensare a questo format imprenditoriale, nel quale la produzione segue direttamente tutte le fasi della lavorazione, dalla fava fino alla tavoletta”, esordisce Luppolo. Un approccio che, come racconta il pasticciere, permette, a differenza della produzione industriale di massa, una personalizzazione del sapore e una maggiore attenzione a fattori etici e ambientali.

Fra le esperienze internazionali c’è anche Hong Kong, dove Alessandro guida la pasticceria del ristorante Tosca, al 102esimo piano del Ritz-Carlton, locale che guadagna la sua ambita ‘stella Michelin’, anche grazie a un menù di dessert raffinati e innovativi. Alla ricerca di un ritmo di vita più equilibrato, Luppolo approda a Melbourne ed entra nella rinomata squadra dell’Attica, ristorante insignito di tre cappelli e inserito nella classifica dei 20 migliori al mondo. 

L’amore per il cioccolato, però, lo accompagna ovunque. “Il cioccolato è come il vino: più ne assaggi, più lo comprendi. Devi intraprendere un viaggio nelle varietà del gusto”, racconta. Durante la pandemia perde il lavoro e, ispirato dal movimento bean-to-bar americano, inizia a lavorare il cioccolato con una piccola macchina a pietra per macinare le fave, sperimentando nel suo tempo libero: “L’attenzione è nell’equilibrio delicato di ingredienti e aromi”.

Quello che inizia come un passatempo, condividendo barrette fatte in casa con i vicini, si trasforma ben presto in un progetto imprenditoriale. “Il cioccolato è stato la mia fuga dal mondo della ristorazione. È un prodotto; non solo un servizio. È tangibile, può essere spedito, gustato a distanza – spiega Luppolo –. È un’estensione dell’esperienza culinaria che dura nel tempo”.

Nel 2022 il chocolatier assume il ruolo di head pastry chef presso To Be Frank, dove approfondisce le tecniche della laminazione e porta i suoi croissants a diventare dei veri e propri bestseller. Ma il richiamo del cioccolato rimane ancora troppo forte, e così, nel 2024, Alessandro è pronto a inaugurare un nuovo capitolo: Alessandro Luppolo – Bean-to-Bar Chocolate. Un concept store che celebra la sua filosofia artigianale, l’eccellenza degli ingredienti e la cura estrema per ogni dettaglio del processo. Con sede a Melbourne, il nuovo spazio promette di diventare un punto di riferimento per tutti gli amanti del cioccolato di qualità.

La sua missione è semplice, ma ambiziosa: spingere sempre oltre i confini dell’innovazione, condividendo con il mondo il suo amore per il cacao, la sua storia e la sua straordinaria trasformazione in qualcosa di unico.