Il Festival di Cannes è casa sua. Alice Rohrwacher è tornata sulla Croisette, la prima volta fu con “Corpo celeste”, nel 2011, questa volta in un’altra veste. La regista de “Le meraviglie”, “Lazzaro felice” e “La chimera” (tutti ospitati da Cannes in concorso) è la presidente di Giuria della Camera d’or, il prestigioso riconoscimento assegnato alla migliore opera prima dell’intero Festival.  “Le opere prime, a prescindere dagli errori, dalle difficoltà, racchiudono meglio l’anima e la necessità di un autore. Il cinema è un mezzo che esprime una necessità, e questo vale anche per il nostro Paese. Dove non sempre è facile trovare uno spazio per esprimere questa necessità: le opere prime in tutta Europa dipendono dai finanziamenti pubblici, è un argomento molto delicato e dovremmo tutti insieme fare in modo che chi amministra i fondi dello Stato dia la possibilità di esordire ai giovani autori”.

Per quanto riguarda il “peso” di questo ruolo, la regista spiega: “Sicuramente è una responsabilità, perché questo è un premio che cambia la vita di un autore, anche se credo che i film abbiano una propria vita a prescindere dai riconoscimenti che ottengono. Dare un premio è una grande responsabilità, ma è bella perché condivisa con una giuria, quindi è una responsabilità democratica. Il criterio è quello del dialogo, del confronto, vedere tutti i film insieme, per non disperderci”. Per quanto riguarda il cambiamento in atto relativo alla sempre più nutrita presenza di registe nei festival, Alice Rohrwacher risponde con parole simili a quella della collega Maura Delpero all’indomani dell’affermazione ai David di Donatello: “Il cambiamento sarà definitivo quando non dovremo neanche più parlare di questa cosa perché sarà naturale che questa cosa accada. Lo sguardo femminile arricchisce tutti quanti, non sono le donne”.