ROMA - Il Ministero dell’Economia e delle Finanze è al lavoro sugli ultimi nodi della manovra, mentre la commissione Bilancio del Senato si prepara a un esame serrato che potrebbe protrarsi fino alla fine della settimana.
Il dossier più avanzato riguarda banche e assicurazioni: va formalizzato l’accordo per un contributo di 600 milioni in due anni, che dovrebbe tradursi in una minore deducibilità delle perdite pregresse.
Resta invece aperta la questione della tassazione agevolata sull’oro da investimento, su cui pesano i rilievi della Banca centrale europea e che sarà oggetto di confronto diretto tra il ministro Giancarlo Giorgetti e la presidente Christine Lagarde.
Il margine di manovra dipenderà dalle coperture disponibili, ancora insufficienti. Tra i capitoli più delicati compaiono gli affitti brevi, con il probabile ritorno della cedolare al 21% sul primo immobile e la riduzione da cinque a tre del numero di appartamenti oltre il quale scatta l’attività d’impresa.
Si valutano interventi anche su dividendi, holding industriali, compensazioni dei crediti e ampliamento dell’esenzione Isee sulla prima casa. Possibili novità riguardano detrazioni sui libri scolastici e la stabilizzazione triennale dell’iperammortamento.
Un tema divisivo è l’emendamento di Fratelli d’Italia che raddoppia il tetto al contante, introducendo un’imposta di bollo da 500 euro sui pagamenti in cash tra 5.001 e 10.000 euro. Pd e Avs attaccano definendo la misura “un incentivo all’illegalità”. Nel frattempo, Scope Rating ha confermato per l’Italia una crescita dello 0,6% per il 2025 e rivisto al ribasso la stima per il 2027 (+0,7%), indicandola tra le economie più lente assieme al Giappone. Sul fronte sicurezza, l’incontro tra governo e sindacati delle forze dell’ordine si è chiuso senza risultati.
L’esecutivo ha spiegato che eventuali risorse aggiuntive saranno valutate solo dopo la chiusura della procedura d’infrazione europea. Le sigle sindacali hanno espresso forte insoddisfazione, chiedendo interventi su straordinari, pensioni e turn over. Al momento, però, i cordoni della borsa restano serrati.
La manovra è ferma in commissione in attesa degli emendamenti del governo, previsti tra oggi e domani. L’iter appare rallentato anche dalle richieste dei ministeri, come quella del Mur per i precari della ricerca, che richiede circa 50 milioni.
Le opposizioni denunciano confusione e ritardi: Italia Viva parla di “caos totale”, il Pd accusa il governo di lavorare “nel retrobottega”, Avs segnala divisioni nella maggioranza e M5s ritiene che la legge di bilancio “peggiorerà la situazione dei cittadini”.
Il viceministro Maurizio Leo assicura che il testo è alle battute finali e auspica un arrivo in Aula quanto prima, ma nel Palazzo non si esclude uno slittamento alla Camera dopo Natale. La settimana, intanto, si annuncia decisiva per capire come verranno sciolti i nodi politici e soprattutto quelli finanziari che ancora frenano la manovra.