SYDNEY - Nel 2024, 27 agenzie hanno segnalato 152 minacce “rilevanti, elevate o estreme”, delle quali 28 affrontate con rimedi considerati “inefficaci o del tutto inadeguati”. Inoltre, 60 rischi non avevano scadenze definite per essere ricondotti a livelli accettabili.
Il professor Richard Buckland, esperto di crimini informatici presso la University of New South Wales, ha descritto i risultati come parte di un “modello preoccupante”, avvertendo che un attacco informatico ben riuscito potrebbe paralizzare settori critici della società o del governo. “È più difficile monitorare e controllare i fornitori esterni, e questo rende la delega della cybersicurezza un’arma a doppio taglio”, ha spiegato Buckland.
Il rapporto evidenzia anche la vulnerabilità dei consigli comunali: solo il 69% del personale ha ricevuto una formazione sulla sicurezza informatica. In un caso, un attacco ransomware ha colpito dati finanziari dei dipendenti e sistemi di monitoraggio della qualità dell’acqua.
Il premier Chris Minns ha riconosciuto le gravi lacune: “Abbiamo bisogno di 90 milioni di dollari per colmare i vuoti di finanziamento nella cybersicurezza lasciati dai precedenti governi”. Minns ha sottolineato che le minacce provengono da gruppi criminali organizzati spesso situati all’estero, e ha ribadito l’urgenza di rafforzare le difese.
Intanto, crescono le preoccupazioni legate al recenteattacco informatico a Qantas e l’incidente del 2020 che espose i dati di oltre 180mila persone tramite il portale di Service NSW. Le autorità di revisione denunciano da anni gli stessi problemi, ma le agenzie restano ancora poco protette.