KIEV - Le forze russe hanno lanciato questa mattina un attacco combinato con missili e droni su Kiev per la prima volta in 73 giorni: lo ha reso noto l’amministrazione militare della capitale ucraina. Sono stati utilizzati missili da crociera lanciati dall’aria, missili balistici (KN-23, KN-24 e Iskander-M) e droni (Shahed, Geran, Gerbera e Parodya).
L’attacco “non è stato finora massiccio”, ha scritto su Telegram il capo del Centro per la lotta alla disinformazione presso il Consiglio di sicurezza e difesa nazionale dell’Ucraina, Andriy Kovalenko. “Tuttavia, lasciatemi ricordare che tutto è pronto per un massiccio attacco, i russi hanno accumulato missili da crociera e continuano a farlo per l’inverno - ha avvertito -. E l’uso dell’aviazione strategica lo conferma. Tutti i piani del nemico sono conosciuti e compresi, l’Ucraina risponderà”.
Anche il presidente Volodymyr Zelensky ha parlato dell'offensiva: “Questa mattina c’è stato un altro attacco combinato da parte della Russia contro le nostre città, e c’è stata una risposta efficace da parte della nostra difesa aerea. I missili russi, compresi quelli balistici, i missili da crociera che hanno attaccato Kiev e i droni sono stati abbattuti”, ha scritto su Telegram.
Le autorità ucraine hanno lanciato stamattina l’allerta aerea a livello nazionale per far fronte all’attacco su Kiev. L’allarme aereo è scattato alle 7:30 locali, quando sono stati rilevati droni provenienti da est. Alla stessa ora, i missili da crociera si stavano già avvicinando alla regione. L’attacco è durato più di 2 ore e al momento non ci sono informazioni su vittime o danni.
Le autorità locali affermano che stanotte bombardamenti russi hanno colpito le regioni ucraine di Zaporizhzhia e di Kherson. Lo riportano i media di Kiev. Nella città di Zaporizhzhia si registrano gravi danni infrastrutturali. In quella di Beryslav nel Kherson sono rimaste ferite due persone.
Mosca afferma che 29 droni ucraini sono stati abbattuti stanotte su sei regioni russe. Lo riporta l’agenzia di stampa Tass, citando il Ministero della Difesa russo. Le oblast raggiunte dai velivoli di Kiev sono quelle di “Kursk, Belgorod, Tver, Bryansk, Penza e Voronezh”, specifica Mosca.
Il Dipartimento di Stato americano riferisce che le truppe nordcoreane hanno iniziato a “impegnarsi in operazioni di combattimento” insieme alle forze russe al confine con l’Ucraina. “Posso confermare - spiega il portavoce Vedant Patel - che oltre 10.000 soldati della Rpdc sono stati inviati nella Russia orientale e la maggior parte di loro si è trasferita nella regione di Kursk, dove ha iniziato a impegnarsi in operazioni di combattimento con le forze” di Mosca.
Patel sottolinea la “preoccupazione” degli Stati Uniti per questa alleanza. Secondo Kiev circa 11.000 soldati nordcoreani sono già dispiegati in Russia e hanno iniziato a combattere contro le forze ucraine nel Kursk, dove quest’ultime sono all’offensiva da agosto. Tale dispiegamento preoccupa molto i paesi occidentali che sostengono l’Ucraina. Alla fine di ottobre il segretario alla Difesa americano Lloyd Austin ha invitato la Corea del Nord a “ritirare le sue truppe dalla Russia”, mentre il viceambasciatore americano presso le Nazioni Unite ha avvertito che i soldati nordcoreani “se ne andranno necessariamente nei sacchi per cadaveri” una volta entrati in Ucraina.
“Siamo incredibilmente preoccupati per la decisione della Russia di rivolgersi alla Corea del Nord per fornire soldati per continuare la sua brutale guerra” contro Kiev, afferma il portavoce Usa spiegando che Mosca ha addestrato i soldati nordcoreani nell’artiglieria, nell’uso dei droni e nelle operazioni di base della fanteria. “Il successo della Russia sul campo di battaglia dipenderà in gran parte dalla misura in cui riuscirà a integrare i soldati nordcoreani nel suo esercito”, afferma Patel sottolineando sfide come l’interoperabilità o la barriera linguistica
Il Cremlino finora ha eluso le domande su questa presenza di rinforzi nordcoreani. Ma lunedì la Corea del Nord ha ratificato uno storico accordo di difesa con la Russia, suggellando il loro riavvicinamento. Anche il presidente Vladimir Putin ha firmato questo trattato di mutua difesa, ha annunciato il Cremlino questo fine settimana.
Concluso nel corso di una rara visita di Putin a Pyongyang nel mese di giugno, questo trattato tra le ‘bestie nere’ per Washington prevede in particolare un reciproco “aiuto militare immediato” in caso di attacco contro uno dei due Paesi.