L’associazione Australian-Italian Leaders of Tomorrow (ALTO), lo scorso mercoledì 18 giugno, ha organizzato un evento di networking dedicato al settore immobiliare presso gli uffici di Kalus Kenny Intelex a Southbank.
Il presidente di ALTO, Adrian D’Aprano, ha accolto gli ospiti alla “property night” con un discorso di benvenuto.
“Negli ultimi dodici anni, ALTO è cresciuta fino a diventare una rete dinamica con oltre trecento membri a vita, supportata da un comitato attivo composto da sette persone dedicate – ha dichiarato –. Ci impegniamo a creare opportunità di collaborazione e crescita significative. E l’evento di questa sera è storicamente uno degli appuntamenti più popolari di ALTO, ed è facile capire perché. Si tratta di un’opportunità per apprendere dagli esperti, acquisire conoscenze e dialogare con professionisti che la pensano allo stesso modo”.
Tra i relatori principali della serata vi erano Adrian Ziccone, responsabile occupazione e relazioni industriali di Master Builders Victoria (MBV), Giovanni Abelardo, direttore esecutivo delle risorse umane di MBV, e Peter Lettieri, uno dei soci di Kalus Kenny Intelex. A moderare il panel è stato Henry Kalus, direttore di Kalus Kenny Intelex.
“Henry è uno degli avvocati più esperti e rispettati di Melbourne nel campo immobiliare, con decenni di esperienza nella comprensione delle dinamiche legali e commerciali che definiscono un’operazione di successo nel settore”, ha detto D’Aprano.
“Non sono italiano, né giovane, ma aspiro a essere entrambe le cose”, ha poi scherzato Kalus.
Abelardo è stato il primo a rispondere a una domanda sui fattori che, secondo lui, abbiano maggiormente contribuito alla crisi abitativa in Australia.
“Prima della crisi pandemica, i contratti a prezzo fisso erano la norma e questo rendeva più semplice sapere quanto sarebbero costate le cose. Con l’arrivo del Covid, i costi di approvvigionamento sono aumentati vertiginosamente, così come i container per il trasporto, la legna era difficile da reperire, anche a causa della guerra in Ucraina che ancora continua. Inoltre, la VMIA ha aumentato i premi assicurativi del 94-95% nell’arco di due anni. In più non c’era manodopera disponibile e carenza di lavoratori specializzati. Così, alla fine, la gente non può più permettersi di costruire case”.
Ziccone ha poi condiviso il suo punto di vista sulla carenza di manodopera in Australia.
“Ogni anno circa 100mila persone abbandonano il settore dell’edilizia in Australia – ha rivelato –. Per il pensionamento o per un cambio di carriera, ma in sostanza stiamo perdendo forza lavoro. Master Builders Australia ha condotto delle simulazioni e, per soddisfare la domanda abitativa nel 2030, avremo bisogno di almeno altre 150mila persone nel settore edilizio”.
Secondo Ziccone, la reputazione del settore rappresenta uno degli ostacoli principali nell’attrarre nuovi talenti: “Il settore dell’edilizia è ancora stigmatizzato – ha osservato –. Le scuole spingono i ragazzi verso l’università, piuttosto che considerare l’edilizia come un percorso legittimo”.
Lettieri ha invece parlato delle normative introdotte per ridurre i rischi dopo che molte grandi imprese sono fallite, avvertendo come queste misure possano peggiorare il problema dell’inaccessibilità abitativa.
“Il governo sta centralizzando il sistema assicurativo – ha spiegato – e non ci saranno più assicuratori privati per le costruzioni residenziali. Il lato positivo è che, anche se il costruttore non stipula l’assicurazione, il cliente è comunque coperto. Ma per fare ciò, il governo imporrà un onere finanziario ai costruttori, un costo che, senza dubbio, finirà per ricadere sui consumatori. I costruttori non se ne faranno carico: lo trasferiranno”.