SANA’A (Yemen) - Il cacciatorpediniere della Marina militare italiana, Caio Duilio, ha abbattuto martedì notte altre due droni lanciati dai ribelli Houthi nell’ambito dell’operazione dell’Unione Europea Aspides. La presenza italiana, come sottolineato dal ministro della Difesa Guido Crosetto, è nata con l’obiettivo di difendere la libertà di navigazione e le rotte commerciali, senza scopi offensivi ma, da quando ha cominciato a operare nel Mar Rosso un paio di settimane fa, è già la seconda volta che interviene per abbattere droni yemeniti.
Nella notte di martedì, mentre sorvegliava il tratto di mare assegnato, senza essere impegnato direttamente in un’attività di scorta a navi civili, i radar del Duilio hanno intercettato la scia di due mezzi aerei in avvicinamento, con caratteristiche analoghe a quelli usati per azioni terroristiche. A differenza di quanto avvenuto in passato, le traiettorie non sarebbero state lineari e, una volta arrivati alla distanza considerata di rischio, sono stati abbattuti dalle armi anti-drone di cui è dotato il cacciatorpediniere italiano.
Secondo le parole del ministro Crosetto, “gli Houthi sono passati dagli attacchi ai mercantili alle navi militari”, in “un’evoluzione continua delle modalità di attacco”. Ha poi proseguito sottolineando come in quest’ultimo episodio “gli attacchi sono stati condotti in modo diverso e più pericoloso rispetto alle altre volte”. Il capo della Difesa ha aggiunto che l’Italia, con i suoi alleati, dovrà “arrivare a una soluzione in tempi brevissimi perché l’intensità e la pericolosità sta aumentando di settimana in settimana”. Il ministro nel suo discorso ha voluto evidenziare che “non basta l’approccio militare, che serve per dare sicurezza, ma il tema di cui si parlerà nelle prossime settimane è quello di affiancare altri sistemi, altri interventi, altre trattative politiche e diplomatiche per far cessare questi attacchi che poi non incidono, come vorrebbero nelle dichiarazioni degli Houthi, sulla guerra a Gaza, ma soltanto sull’economia italiana o dell’Europa”. Queste azioni, infatti, creerebbero “concorrenza sleale” nel commercio, come ha spiegato Crosetto: “Se la compagnia cinese o russa non viene colpita e vengono colpite solo quelle occidentali, ci sarà un vantaggio sul medio e lungo termine per tutte le compagnie cinesi e russe. Si tratta di una guerra ibrida a tutto il sistema economico occidentale a favore di un sistema economico alternativo”. E l’Italia ha tanto da perdere, considerando che dallo stretto di Suez passano merci “per 148 miliardi di euro”.
All’intervento italiano è seguita la reazione della coalizione angloamericana presente nell’area con un’operazione più offensiva, la Prosperity Guardian, che, a poche ore dall’intervento della Caio Duilio, ha annunciato di aver distrutto un drone sottomarino e 18 missili antinave nelle aree del Mar Rosso antistanti le coste dello Yemen. Il governo di Sana’a ha riferito di 11 morti e 14 feriti in seguito agli attacchi aerei condotti da Stati Uniti e Regno Unito.
“L’abbattimento di nostri droni da parte della Marina italiana costituisce una nuova conferma che l’Italia si è voluta schierare a fianco dei nostri nemici e a difesa di Israele”, ha dichiarato Abdennaser Mahamed, funzionario del dipartimento media della presidenza della Repubblica di Sana’a, precisando: “L’Italia per il momento non è un nostro obiettivo diretto”. Secondo le parole del funzionario, le incursioni Houthi hanno due obiettivi principali: impedire alle navi israeliane di dirigersi verso la “Palestina occupata” e “colpire le navi americane e britanniche, per il loro sostegno a Israele nell’aggredire Gaza”. “L’Italia e gli altri Paesi della coalizione filoisraeliana – ha continuato – dimostrano di non voler calmare la situazione o contenere il raggio del conflitto. Vogliono invece espanderlo in tutto il Mar Rosso. Ma saranno le forze yemenite a determinare il teatro delle operazioni”.