TORINO - Sono quattro vittime di femminicidio, da febbraio, nel Torinese: l’ultima a Rivalta, piccolo centro industriale a una quindicina di chilometri dal capoluogo regionale piemontese, poco oltre i 20.000 abitanti.
Assunta Carbone, detta Susy, 54 anni, è stata ammazzata in casa propria, al secondo piano di una piccola palazzina di tre, in una zona residenziale vicino al centro storico. A uccidere, è l’ipotesi investigativa, sarebbe stato il convivente, Alessandro Raneri, 55 anni, che poi si è suicidato. L’ipotesi è che ci sia stata una lite tra i due.
La donna lavorava come ambulante, l’uomo come elettricista ed erano una coppia da sette anni, da cinque conviventi. Lei era madre di un giovane di 27 anni; lui di una ragazzina adolescente, nessuno dei due parte del loro attuale nucleo familiare.
La scoperta del cadavere di Susy è avvenuta dopo che il corpo di lui era stato recuperato dai Vigili del fuoco della vicina Grugliasco nel Lago Grande di Avigliana, sempre in provinia di Torino, a nemmeno venti chilometri di distanza, verso l’imbocco della Val di Susa. Era stato visto da alcuni testimoni tuffarsi in quelle acque non balneabili e pericolose e mai riemergere. Era scattato così l’allarme e il cadavere, ormai dopo l’annegamento, era stato riportato a riva con un elicottero e una squadra di sommozzatori.
L’ipotesi immediata dei carabinieri era stata quella di un gesto volontario. I militari allora avevano avvisato il fratello dell’uomo, che era corso per avvisare Susy, insieme a un’amica di lei, Rosa. Susy però non rispondeva al citofono. È allora che il fratello di lui ha utilizzato il doppione della chiavi e ha girato tutto l’alloggio. Alla fine è andato al piano superiore dei due e si è trovato davanti al cadavere della donna. Immediata la chiamata ai carabinieri.
“Questa tragedia colpisce l’intera comunità - ha detto il sindaco di Rivalta, Sergio Muro –. Questa famiglia l’aveva già passata col fratello di lei, Pietro, consigliere comunale finito sulla sedia a rotelle dopo un incidente e morto poi lo scorso anno di morte naturale”.
Mentre per gli investigatori è il momento dei riscontri, per familiari e amici è quello delle domande senza risposta.