BOGOTÁ – L’ex presidente colombiano Álvaro Uribe Vélez è stato dichiarato colpevole questo lunedì dalla giudice Sandra Heredia, in una sentenza senza precedenti che segna un prima e un dopo nella storia giudiziaria e politica della Colombia.
La magistrata del Tribunale Penale del Circuito n. 44 di Bogotá ha stabilito che il leader del partito Centro Democrático è colpevole dei reati di corruzione in atti giudiziari e frode processuale. Con questa decisione, Uribe diventa il primo ex presidente colombiano a essere condannato penalmente in primo grado.
Secondo la sentenza, Uribe, 73 anni, ha tentato di manipolare testimoni per ripulire il proprio nome in procedimenti giudiziari che lo collegavano a gruppi paramilitari attivi nella regione di Antioquia, durante gli anni più sanguinosi del conflitto armato colombiano.
Le manovre sarebbero state eseguite tramite il suo avvocato, Diego Cadena, che visitò in carcere l’ex paramilitare Juan Guillermo Monsalve, per offrirgli benefici in cambio della ritrattazione delle accuse contro l’ex presidente e, inoltre, per coinvolgere falsamente il senatore Iván Cepeda.
La giudice Heredia ha descritto l’operato dell’ex capo di Stato come parte di una “strategia di inganno alla giustizia” e ha precisato che il processo non riguarda la sua carriera politica, ma fatti comprovati. “La giustizia non si inginocchia davanti al potere”, ha dichiarato durante un’udienza durata undici ore.
La pena sarà resa nota venerdì 1º agosto e potrebbe variare da quattro a otto anni di reclusione. Sebbene la giudice abbia anticipato che Uribe potrebbe scontare la condanna agli arresti domiciliari, la procura ha richiesto una pena più severa: nove anni di carcere e una multa milionaria.
Il caso è iniziato nel 2012, quando lo stesso Uribe denunciò l’allora parlamentare Iván Cepeda per presunta manipolazione di testimonianze. Tuttavia, l’inchiesta prese una svolta inaspettata quando la Corte Suprema trovò indizi secondo cui era Uribe a tentare di influenzare i detenuti, per proteggersi giudiziariamente. Da lì iniziò un lungo processo, che includeva gli arresti domiciliari nel 2020, numerosi ricorsi e la deposizione di oltre 90 testimoni.
Uno degli elementi chiave del processo è stata una registrazione effettuata con un “orologio spia” da Monsalve, che documentava le visite di Cadena nel carcere La Picota. Sebbene la difesa ne contestasse la validità, la giudice l’ha considerata una prova legittima. È stata inoltre valutata la testimonianza di ex paramilitari che collegano Uribe e suo fratello Santiago al gruppo illegale “Bloque Metro”, sorto nella Finca Las Guacharacas, di proprietà della famiglia Uribe.
Al di là dell’aspetto giudiziario, la sentenza ha forti implicazioni politiche. Uribe è una figura centrale della destra colombiana e leader del principale partito di opposizione all’attuale presidente Gustavo Petro. Fu presidente dal 2002 al 2010, promosse la smobilitazione dei paramilitari e rimase un punto di riferimento indiscusso della politica nazionale per oltre due decenni.
La sua condanna rappresenta un duro colpo per il Centro Democrático, a meno di un anno dalle elezioni presidenziali.
Il presidente Petro ha invitato a rispettare la sentenza e ha difeso l’indipendenza della giustizia: «Simpatizzanti o meno dell’ex presidente Uribe devono rispettare questa giustizia. Il resto è barbarie. E la Colombia deve essere saggia».
Da settori vicini a Uribe, come il senatore statunitense Marco Rubio, è stata denunciata una presunta persecuzione politica, ma sia la procura sia la giudice hanno insistito sul fatto che il processo si sia basato esclusivamente su prove documentali e testimoniali.
Organizzazioni giudiziarie, come la Corporación de jueces y magistrados de Colombia, hanno espresso sostegno alla giudice Heredia e chiesto di garantire la sua sicurezza di fronte a possibili ritorsioni. “L’indipendenza giudiziaria è un pilastro fondamentale dello Stato di diritto”, hanno sottolineato in un comunicato.
Uribe può ancora appellare la sentenza davanti al Tribunale Superiore di Bogotá. Ma, indipendentemente dall’evoluzione del processo, la condanna segna un punto di svolta: per la prima volta, un ex presidente colombiano dovrà rendere conto alla giustizia per i suoi atti compiuti mentre era al potere.