BUENOS AIRES – Una storia che nasce tra radici familiari, viaggi in Italia e una grande passione per i sapori autentici.  

Sebastián Lombroni e Cecilia Gil, due giovani argentini, hanno fondato Amaro Lombroni, un marchio di bibite e bevande alcoliche che omaggia le origini umbre della famiglia Lombroni e la tradizione degli amari italiani, con un tocco innovativo. 

Tutto è nato durante la permanenza di Cecilia a Milano, dove ha lavorato come fotografa di moda. Lo stereotipo perfetto della “Milano da bere”, come veniva chiamato il capoluogo lombardo in una pubblicità degli anni ’80, il suo periodo di massimo splendore come capitale della moda e delle tendeze.

Sabastián, il suo compagno, la visitava periodicamente e i due ne approfittavano per percorrere il Paese. 

“Quando eravamo in Italia abbiamo visitato tante città, tra cui Milano, Torino e Napoli, e ci siamo innamorati del mondo degli amari – racconta Cecilia –. A ogni tappa compravamo bottiglie per provare tutta la varietà che offre questo prodotto. Abbiamo assaggiato tantissime ricette diverse, selezionando i profili aromatici che ci piacevano di più”.

In un solo mese hanno sviluppato la prima formula. “La particolarità del nostro prodotto è nata per caso – spiegano –. Dopo la prima macerazione ci siamo accorti che le erbe avevano ancora molto aroma e sapore. Per sfruttare al massimo gli ingredienti e non sprecare nulla, abbiamo fatto una seconda macerazione. Così è nato il gusto inconfondibile dell’Amaro Lombroni”.

Attraverso questa nuova impresa, Sebastián ha riscoperto le sue origini, plasmandole nelle etichette delle bottiglie. “Mio nonno Jorge è il signore che vedete sull’etichetta dell’Amaro Lombroni classico, al tavolo dopo un pranzo all’aperto – dice –. Un omaggio che gli abbiamo fatto per decorare la bottiglia”.

L’amaro è un liquore italiano a base di erbe digestive, come spiega Sebastián: “Si finisce il pasto con un amaro per digerire e poi continuare la giornata o magari fare una partita a carte”. 

Sull’etichetta del vermut c’è invece il trisavolo di Sebastián, Cesare Lombroni. “Poi c’è lo stemma dell’Umbria, la regione da cui proveniva la famiglia. Valentino, figlio di Cesare, emigrò in Brasile, dove nacque mio nonno Pepe, che a sua volta ebbe Jorge qui in Argentina”, racconta Sebastián.
 

L’etichetta del vermut con il trisavolo Cesare Lombroni.

Dal 2019 Sebastián e Cecilia producono vermut, iniziando prima con il rosso, poi il bianco. Ora stanno lanciando il vermut dorado (oro), un’edizione speciale di cui hanno prodotto meno di 300 bottiglie. 

Questa versione particolare è ispirata al Cinzano degli anni Settanta. “Ho notato che aveva una nota che ricordava l’origano. Poi, studiando un po’, ho capito che si trattava di una combinazione di maggiorana, radice di angelica e prugna. Questo è quello che ho individuato e su cui ho puntato. Non so se sia venuto molto simile, ma ci ho provato», spiega ridendo Sebastián.

Il progetto non si ferma e la giovane coppia ha avuto l’idea di innovare con un prodotto nuovo, creato insieme al marchio di kombucha Bunji: la Vermucha, una lattina con un drink già pronto di vermut reso frizzante con kombucha. Leggero e con solo cinque gradi e mezzo di alcol, è perfetto per bere qualcosa di fresco e continuare la giornata.

La lattina del Vermucha, il più giovane prodotto di casa Lombroni.

Le cose stanno andando molto bene per Cecilia e Sebastián, ma non è stato facile cominciare. “Ho iniziato a casa di mia nonna. Era un appartamento all’ottavo piano e dovevo portare su tutte le damigiane e portare giù le bottiglie per le scale. Un sacco di fatica! Per fortuna la schiena ha resistito”, racconta il giovane imprenditore.  

Dopo aver prodotto per tre anni in una piccola fabbrica a Buenos Aires, hanno deciso di fare spostare la produzione in una distilleria a Mendoza. “Così possiamo dedicarci alle macerazioni, seguire i clienti e creare nuove ricette”, spiegano i due titolari. 

Oggi Amaro Lombroni è una realtà in crescita, “Per fortuna ci sta andando bene. Non è solo una questione economica, siamo contenti di fare questo mestiere”, concludono Sebastián e Cecilia.