ZAGABRIA – Nei ballottaggi delle elezioni amministrative svoltesi domenica in Croazia, l'Unione democratica croata (Hdz, conservatori) del primo ministro Andrej Plenković si conferma primo partito del Paese con il 34% dei voti ottenuti a livello nazionale, e un terzo dei 555 sindaci, e dopo quattro anni riprende la guida di Spalato, seconda città croata, che rafforza il partito anche a livello nazionale.
Il premier Plenković si era detto molto soddisfatto già alla chiusura delle urne al primo turno di due settimane fa, sottolineando che il suo partito aveva conquistato più voti e più sindaci rispetto a quattro anni fa, mettendo in primo piano gli ottimi risultati nell'est del Paese, in Slavonia e il suo capoluogo Osijek, quarta città croata, dove già al primo turno l'Hdz si è visto riconfermato il sindaco Ivan Radić con il 71 per cento dei voti. Oggi i conservatori sono riusciti a vincere anche in molte città della Dalmazia, ma soprattutto a Spalato, Zara e a Ragusa.
A Spalato il centrista Ivica Puljak, che aveva formato un partito presente solo nel capoluogo dalmata proprio per contrastare i conservatori, stavolta non è riuscito a rimanere alla guida della città, e l'Hdz con Tomislav Šuta riprende il capoluogo dalmata con il 53,2 per cento. L'Hdz resta comunque debole nelle regioni più ricche della Croazia, nel nord, a Fiume e a Spalato, mentre è quasi inesistente in Istria e nella capitale.
Infatti, Zagabria resta saldamente nelle mani dei Verdi di Možemo! (Possiamo!) e il quarantatreenne sindaco progressista Tomislav Tomašević ha battuto con il 57,6 per cento la sua sfidante, l'indipendente di centro-destra Marija Selak Rapudić. Al primo turno la sua lista, coalizzata con il Partito socialdemocratico (Sdp, centro-sinistra) aveva già assicurato una comoda maggioranza nell'assemblea cittadina con il 43,7 per cento delle preferenze.
Clamore aveva suscitato la sconfitta due settimane fa del Partito socialdemocratico (Sdp, prima formazione politica di opposizione di centrosinistra) a Fiume (Rijeka), nel nord Adriatico, loro storica roccaforte, dove restano fuori dall'amministrazione cittadina per la prima volta in trent'anni anni.
La disfatta dei socialdemocratici a Fiume è avvenuta dopo una scissione a livello locale, che ha aperto le porte alla indipendente di centro Iva Rinčić, fortemente critica dell'amministrazione uscente, che oggi ha vinto con il 65 per cento, detronizzando il sindaco uscente, Marko Filipović, fuoriuscito dall'Sdp neanche due mesi fa. Come consolazione i socialdemocratici hanno vinto a Pola, capoluogo istriano, il cui sindaco da domani sarà Peđa Grbin, uscito vincente con il 53 per cento delle preferenze.
A livello nazionale, la nuova coalizione tra i socialdemocratici e i Verdi, formatasi proprio in vista delle amministrative, si attesta al 29 per cento, numeri che vorrebbero veder capitalizzare anche alle elezioni politiche, in programma, salvo ribaltoni imprevisti, tra tre anni.
Per ora, i conservatori di Plenković - alla guida del governo da dieci anni consecutivi, ma anche esposti a critiche di malgoverno, favoritismi e vari scandali di corruzione che hanno portato in manette o sotto inchiesta una ventina di ministri e sottosegretari - escono vincitori da questa tornata elettorale, e il premier non deve temere per la maggioranza parlamentare.
L'affluenza al ballottaggio delle amministrative è stata bassa, intorno al 37 per cento, cinque punti in meno rispetto al primo turno di due settimane fa.