Greta Scarano, nata a Roma 38 anni fa e che ha vinto con il suo primo film dietro la macchina da presa, ‘La vita dei grandi’, il Nastro d’argento per il miglior esordio alla regia, si racconta parlando di futuro, registi preferiti, sguardo femminile, idiosincrasie, Gaza e passione per gli animali.
“Sono felicissima del premio - dice subito - perché non me l’aspettavo. E poi quando qualcuno riconosce il valore delle cose che hai fatto è sempre importante”.
Cos’è per lei al cinema lo ‘sguardo femminile’? “Difficile rispondere - dice l’attrice che nel 2007 ha debuttato in televisione con ‘Un posto al Sole’ -. Ci sono dei registi che, secondo me, hanno uno sguardo estremamente femminile. Penso a Noah Baumbach, uno dei miei registi preferiti, penso a Ettore Scola in film come ‘La famiglia’. Apprezzo però tutte quelle registe che sanno toccare corde molto profonde come Tamara Jenkins e Jane Campion. Insomma credo ci sia bisogno di entrambi gli sguardi”.
Registi preferiti? “Oltre Baumbach, già citato, sono cresciuta con Quentin Tarantino, Stanley Kubrick e adoro poi Yorgos Lanthimos. Amo anche la Jenkins film come ‘Private Life’, oppure ‘Savages’ che è stato una reference per ‘La vita dei grandi’. Sta pensando a un’altra regia? “Sto cercando di capire cosa fare, ma sicuramente qualcosa che mi permetta di raccontare ciò che mi tocca personalmente, verso cui provo empatia”.
In ‘La vita da grandi’ si racconta una storia d’autismo c’è qualcosa che l’ha ispirata? “No, ma sono sempre stata attratta da persone neuro divergenti, persone che hanno una forte personalità, anche perché la normalità - aggiunge - non si sa bene cosa sia”.
Cosa pensa dei tagli al cinema? “Credo che la cultura sia fondamentale per una nazione. Ci sono sicuramente cose che non funzionano, ma vanno criticate e corrette senza gettare fango su una categoria che occupa tantissime persone. Trattarla in questa maniera la trovo una cosa veramente di una bassezza esorbitante”.
Il futuro del cinema? “Confido molto nei piccoli esercenti dopo aver accompagnato il mio film, ‘La vita da grandi’ in giro l’Italia ho scoperto la passione, l’amore, l’entusiasmo che ho visto in quelli che gestiscono piccoli cinema. Una cosa che dà fiducia sul futuro delle sale e del cinema”.
Cos’è che non tollera negli altri? “Sono tante le cose che non tollero, ma soprattutto l’ingiustizia a tutti i livelli. Odio poi i maleducati, le persone che non sono gentili. Vedere ingiustizie tutti i giorni mi fa molto male, mi deprime. Basti pensare a Gaza. La questione palestinese è veramente antica, ed è la più grande ingiustizia, una cosa scandalosa. Chi ha un po’ di voce, tipo me, seppur non una voce gigante la deve usare come megafono per amplificare un po’ la verità . Tutti i giorni su Instagram posto la mia visione delle cose su Gaza e poi vado alle manifestazioni pro Palestina, anche quando siamo in quattro gatti. Anzi proprio adesso sto facendo una cosa bellissima. Sto registrando un audiolibro di Francesca Albanese del suo romanzo saggio ‘Quando il mondo dorme. Storie, parole e ferite della Palestina’”.
Cosa le piacerebbe fare se non fosse nel mondo del cinema? “Amo tanto la natura e tutti gli animali e tantissimo i cani: forse farei qualcosa che unisce queste mie passioni”.