WASHINGTON - Ieri, secondo fonti statunitensi, un jet pakistano J-10 di origine cinese avrebbe abbattuto almeno due aerei militari indiani, segnando un possibile punto di svolta nell’evoluzione delle capacità belliche di Pechino. L’episodio rappresenta un’opportunità cruciale per analizzare prestazioni di piloti, jet e missili in combattimento reale.
L’interesse internazionale è altissimo, soprattutto da parte di Stati Uniti, Cina e nazioni europee, tutte impegnate in aggiornamenti strategici legati all’Indo-Pacifico e a potenziali conflitti futuri.
L’attenzione si concentra in particolare sul confronto tra il missile aria-aria cinese PL-15 e il Meteor europeo. Sebbene non ci sia conferma ufficiale del loro impiego, l’eventuale utilizzo diretto di queste armi aprirebbe uno scontro tecnologico tra le migliori capacità offensive di Oriente e Occidente.
Douglas Barrie, esperto dell’International Institute for Strategic Studies, ha dichiarato: “Se davvero questi missili sono stati utilizzati, è uno scontro tra i sistemi d’arma più avanzati al mondo”.
Fonti industriali occidentali confermano che vi è ancora incertezza sulla versione del PL-15 in possesso del Pakistan , in quanto non ci sono prove definitive se sia quella a lungo raggio in dotazione alla Cina o una variante esportabile a prestazioni ridotte. Al contempo, gli analisti sottolineano che sarà difficile separare la reale efficacia tecnica dai fattori operativi e dalle condizioni di guerra.
La crescente competizione aeronautica tra Cina e Occidente si riflette nello sviluppo di nuovi missili come l’AIM-260 statunitense e nell’aggiornamento previsto per il Meteor europeo, segnando una nuova fase nella corsa agli armamenti globali.