PARIGI - Il quarto scudetto del Napoli, conquistato al termine della stagione 2024-2025, ha scatenato festeggiamenti non solo in Italia ma in tutto il mondo. Dall’America Latina all’Australia, passando per le principali città europee, le comunità napoletane all’estero si sono mobilitate per vivere insieme l’ultima partita di campionato e celebrare il titolo tanto atteso.

Anche a Parigi non sono mancati entusiasmo e partecipazione. Nella capitale francese, il Napoli Club Parigi ha organizzato una serata speciale al Belushi’s Gare du Nord, un bar sportivo abitualmente frequentato dai tifosi partenopei per seguire le partite della squadra.

Lorenzo Vitale, originario della Campania e residente in Francia da cinque anni, ha partecipato all’evento e ha raccontato come si è svolta la serata: “Il club ha messo a disposizione un sistema di prenotazione online gratuito per riservare i posti. All’ingresso era richiesto un contributo di 10 euro, che poi si poteva consumare all’interno del locale. È un’iniziativa che già conosciamo, perché per le partite più importanti ci si ritrova spesso lì”.

L’affluenza è stata molto alta, superiore alle aspettative degli organizzatori: “Nel giro di un paio di giorni i posti erano terminati. Qualcuno si è presentato comunque, sperando di entrare, ma la capienza del locale era già al limite. A occhio direi che siamo arrivati a 700-800 persone, considerando anche chi entrava e usciva durante la serata”.

L’atmosfera all’interno del locale era carica di tensione e aspettative, almeno fino al gol di McTominay che ha sbloccato la partita contro il Cagliari: “Nel primo tempo si è sentita tanta ansia, perché come spesso è successo quest’anno il Napoli aveva creato molte occasioni ma non riusciva a concretizzare. Dopo il primo gol, è stato come sciogliere tutta la tensione accumulata”.

Vitale ha sottolineato il ruolo chiave del centrocampista scozzese: “McTominay è arrivato in punta di piedi, ma ha capito subito cosa rappresenta questa maglia. Ha lottato ogni partita e i tifosi l’hanno riconosciuto”.

Dopo il fischio finale, i festeggiamenti si sono spostati fuori dal locale, dove i presenti hanno dato vita a una manifestazione spontanea: “Avevamo portato fumogeni, bandiere, fuochi d’artificio. Siamo rimasti lì per più di un’ora a cantare e a festeggiare. Era il nostro modo di sentirci parte di qualcosa, anche da lontano. Per molti di noi il Napoli è casa, e condividere questi momenti ci fa sentire meno distanti. Eravamo lì non solo per celebrare la squadra, ma per rivendicare un’appartenenza. Far capire ai francesi che non esiste solo il lavoro, ma che per alcuni di noi Napoli è identità, è famiglia, è tutto”.

A chi, come me, è cresciuto con le partite viste in salotto accanto a un genitore o a un nonno che parlava ancora di Maradona come di un parente lontano, non può sfuggire il valore di ciò che è accaduto in questi giorni. Le immagini che arrivano da ogni angolo del mondo raccontano di una città che non ha confini e di un popolo che non dimentica.

I festeggiamenti del Napoli Club Parigi sono solo una delle tante manifestazioni di questo sentimento profondo, che continua a tenere uniti i napoletani ovunque si trovino. Perché il Napoli, per chi è lontano, è molto più di una squadra: è quel nodo stretto che tiene insieme ciò che si è lasciato con ciò che si continua a essere.