LONDRA - Buckingham Palace ha annunciato che re Carlo III parteciperà alle celebrazioni in Polonia per l’80° anniversario della liberazione del lager di Auschwitz-Birkenau. Sarà la prima visita all’ex campo di concentramento nazista tedesco per il monarca inglese. 

In vista della commemorazione del 27 gennaio, Carlo III, che è in cura per un cancro, incontrerà anche i leader della comunità a Cracovia e terrà dei colloqui con il presidente polacco Andrzej Duda, ha aggiunto Buckingham Palace in una nota. 

Sarà la quinta visita di Carlo in Polonia, inclusi i viaggi nel 2008 e nel 2010, quando ancora regnava la madre Elisabetta. Si prevede che molte delegazioni internazionali parteciperanno alla cerimonia per commemorare gli 80 anni dalla liberazione di Auschwitz-Birkenau da parte dell’Armata Rossa sovietica. 

La Germania nazista costruì il campo di sterminio dopo aver invaso la Polonia nella Seconda guerra mondiale. Il campo è diventato il simbolo del genocidio di sei milioni di ebrei europei da parte della Germania nazista, un milione dei quali morì sul posto tra il 1940 e il 1945, insieme a più di 100mila non ebrei: oppositori politici, omosessuali, religiosi. E rom, gli unici che nel 1944 provarono con successo a ribellarsi dopo una fuga di notizie sul fatto che sarebbero stati portati in massa alle camere a gas. per non essere portati alle camere a gas.

Combatterono con tutto ciò che possedevano (sassi, vanghe e altri attrezzi da lavoro, pezzi di legno appuntiti e persino cucchiai da zuppa), le madri stringendo con un braccio i figli piccoli nel timore che glieli strappassero. Alla fine le SS dovettero temporaneamente ritirarsi, anche se pochi mesi dopo, con i prigionieri ulteriormente indeboliti dalla condizioni del lager, non opposero resistenza. 

Il 27 gennaio 1945, all’apertura dei cancelli, uno solo dei 4.000 rom entrati ad Auschwitz-Birkenau era ancora vivo. 

La scorsa settimana, il governo polacco ha dichiarato che avrebbe concesso libero accesso ai funzionari israeliani che volessero partecipare alla commemorazione, nonostante un mandato emesso a novembre dalla Corte penale internazionale per l’arresto del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu.