ROMA - All’indomani dello scontro alla Camera, continua a infuriare la polemica politica sulle parole della presidente del Consiglio Giorgia Meloni sul Manifesto di Ventotene, a cui si aggiunge il “caso” su quanto la premier avrebbe detto ai suoi eurodeputati, in una ricostruzione poi smentita da Palazzo Chigi.  

La premier a Bruxelles avrebbe riunito a cena la pattuglia di Fdi dell’Europarlamento, e secondo quanto riportato da diversi partecipanti, nella conversazione “conviviale” sarebbe stato toccato anche quest’ultima polemica.  

Secondo quanto riferito, la premier avrebbe rivendicato di aver fatto una mossa “geniale” dal punto di vista “mediatico”, con gli esponenti dell’opposizione che “sono caduti nella trappola”, ricostruzione però smentita “categoricamente” da Palazzo Chigi. 

La presidenza, anzi, ha espresso “preoccupazione” per “le ormai quotidiane notizie diffuse da alcuni media su fatti mai accaduti”.  

E mentre da Bruxelles la presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola ricorda che il Manifesto “è un pezzo di storia”, in Italia si continua a discutere.  

La prima a intervenire, al Senato, è stata la capogruppo di Iv Raffella Paita, la quale ha stigmatizzato quanto avvenuto a Montecitorio, un fatto “grave per la democrazia e l’Europa”, seguita dagli altri gruppi di minoranza.  

Ma dal centrodestra è giunta una replica secca, con Claudio Borghi della Lega che è arrivato a definire “ripugnanti” le parole del Manifesto, un “testo tra i più orribilmente antidemocratici”, ha dichiarato, mentre il presidente dei senatori di Fdi Lucio Malan ha rivendicato il “diritto” a “dissociarsi da quelle idee”.  

Fuori dalle Aule, sulla questione è intervenuto anche il vicepremier Matteo Salvini, che ricollega il tema alla battaglia che sta portando avanti contro la difesa comune e il ReArm Europe: “Il dibattito fascismo-antifascismo, Ventotene o contro Ventotene, lo lascerei agli storici. Certo i padri fondatori non pensavano all’Europa che si riarma”, ha detto.  

Il suo collega di Forza Italia Antonio Tajani, dal canto suo, non insegue la polemica, e riafferma la sua idea sull’unione comunitaria.  

“È quella di De Gasperi, Schuman e Adenauer, non una visione socialista dell’Europa. Non condivido alcuni contenuti del Manifesto, ma ne condivido altri e rispetto gli autori, il loro coraggio e la voglia di combattere per la libertà”, ha detto a Bruxelles il ministro degli Esteri.