MOSCA - Restano molti i fronti aperti nell’ambito della guerra in Ucraina che, domani 19 novembre, raggiungerà i suoi 1000 giorni. Era, infatti, il 24 febbraio 2022 quando Vladimir Putin dava ufficialmente il via alla sua “operazione militare speciale” contro Kiev.

In occasione della giornata, l’Europarlamento terrà una sessione plenaria straordinaria per celebrare “il coraggio e l’audacia del popolo ucraino”, con lo stesso presidente ucraino Volodymyr Zelensky in collegamento.

Intanto, nei giorni scorsi, Olaf Scholz ha rotto l’isolamento della Russia. Dopo due mesi di schermaglie, il cancelliere tedesco ha avuto un colloquio telefonico di un’ora con Vladimir Putin: è la prima volta dal 2 dicembre 2022.ù

I resoconti ufficiali descrivono uno scambio di opinioni “franco”, secondo il linguaggio diplomatico usato dal Cremlino. Il cancelliere tedesco ha dichiarato di aver esortato la Russia a ritirare le truppe ed “essere disposta a negoziare con l’Ucraina per una pace giusta e duratura”, sottolineando “la determinazione della Germania a sostenere Kiev per tutto il tempo necessario nella sua lotta difensiva contro l’aggressione russa”.

Dal canto suo, Putin avrebbe informato Scholz degli sforzi della Federazione Russa per allentare le tensioni, affermando che l’attuale situazione in Ucraina è il risultato diretto delle politiche aggressive della Nato. Qualsiasi accordo per porre fine al conflitto ucraino dovrà riflettere le “nuove realtà territoriali e dovrà tener conto degli interessi di sicurezza della Federazione russa”, avrebbe detto Putin.

L’Ucraina ha condannato la telefonata tra Scholz e Putin come “un tentativo di appeasement”, cioè una politica di concessioni politiche: “Discorsi che danno solo a Putin la speranza di alleviare il suo isolamento internazionale”, ha precisato il ministero degli Esteri ucraino.

Il presidente Zelensky, alla vigilia del simbolico traguardo dei 1000 giorni di conflitto, ha dichiarato di voler “fare di tutto per porre fine alla guerra nel 2025”, ma partendo da “un’Ucraina forte”, annunciando che questa settimana verrà presentato il Piano di resilienza interna del Paese. E dal G7 - all’indomani della telefonata tra Scholz e Putin - è giunta anche l’ennesima manifestazione di sostegno per l’Ucraina.

Zelensky ha quindi ringraziato i partner e in particolare Giorgia Meloni, presidente di turno del G7, ma sa benissimo che sono parole scritte sulla sabbia al tramonto in attesa dell’alta marea chiamata Donald Trump.