BUENOS AIRES – È nato a Salerno 33 anni fa e da otto vive in Argentina. È cantante da sempre, Vicenzo Cicale.

“Anche se la musica ho iniziato a studiarla seriamente a 15 anni in una scuola privata, il Centro musicale salernitano – racconta –. Ho anche vinto un concorso come ‘voce dell’anno della Provincia di Salerno’, che detto così fa un po’ ridere, ma oggi come allora ne vado orgoglioso”.

Vincenzo vive fin da bambino, in famiglia, il legame con il Sudamerica. “Papà è di Chiaromonte, in Basilicata – chiarisce ­–. Da lì due sue zie sono emigrate in Argentina e ho potuto conoscerle grazie a un viaggio che la mia famiglia mi ha regalato per i 18 anni, nel 2010. L’ho preferito alla festa”.

È orgoglioso, Vicenzo, quando parla delle sue origini lucane-salernitane, della storia della sua famiglia, di quell’incontro con le zie mai viste prima (“Ma è stato come se le avessi sempre conosciute” assicura).

Poi è arrivata l’università: facoltà di Lingue straniere a Salerno e una borsa di studio per passare un anno all’Università di Rosario.

Di nuovo l’Argentina. E di nuovo la musica. “Ho approfittato del soggiorno rosarino per studiare con Rubén Goldín, famoso cantante di rock nazionale – spiega –. Fin da ragazzo ho sempre cantato in spagnolo: folklore e rock argentini”.

Vincenzo Cicale in Costiera, a Salerno (foto: Paolo Petti).

La borsa di studio finisce, Vincenzo torna in Italia. Ma il richiamo dell’Argentina è troppo forte. “Sono volato di nuovo a Buenos Aires e mi sono iscritto alla prestigiosa Escuela de musica popular di Avellaneda. Lì ho conosciuto il tango” confessa.

Con alcuni compagni forma un gruppo, si esibisce nei locali. “Ma avevo voglia di scrivere una vera e propria storia in musica” rivela.

Legge un articolo dello storico Marcello Ravveduto sul patrimonio culturale italiano a Buenos Aires e gli si apre un mondo. “Capisco che esiste un’affinità tra il tango e la napoletanità – dice –. L’arrabal di cui parlano tante canzoni è praticamente il rione”. Il classico quartiere popolare di periferia, dove sono ambientati i racconti di Anna Maria Ortese o la quadrilogia “L’amica geniale” (e/o) di Elena Ferrante.

Così Vincenzo “unisce i puntini” e, in omaggio alle sue radici, crea una storia di immigrati che, dalla Basilicata, va a Napoli per prendere il bastimento per Buenos Aires, dove si sistema alla bell’e meglio in un conventillo (abitazione popolare che si sviluppava intorno a un cortile, dove ogni stanza era occupata da una famiglia e il bagno e la cucina erano in comune).

Nasce così Entre charcos (tra le pozzanghere). Un encuentro tanguero entre Sur del Italia y Rio de la Plata.

“Sono partito da una mia ricerca culturale, musicale e linguistica – spiega –. Ho unito storie che già conoscevo e ho aggiunto la colonna sonora, costituita da temi di tango e milonga di José María Contursi e Homero Manzi, entrambi di origine italiana”. Nel corso dello spettacolo, il pubblico ascolterà quindi componimenti del calibro di Malena, Grisel, Toda mi vida, Milonga sentimental… E una sorpresa finale, napoletana, che il musicista non vuole svelare.

Con lui, in scena, ci sono Juan Gómez Portillo (chitarra), Natalia Surachi (violoncello), Adrés Caseres (bandoneón) e la coppia di ballerini Agustina Donna e Santiago Alzogaray Vidarte.

Per l’Argentina, Vincenzo Cicale ha solo parole d’affetto e riconoscenza. “È un Paese complicato ma creativo che, malgrado tutto, ti offre tantissime opportunità – afferma –. E la prova è questo spettacolo, preparato in un mese e che ha già varie date confermate”.

Il 12 ottobre alle 21,30 sarà alla Catedral del Tango (Sarmiento 4006), il 17 ottobre alle 21 al Complejo Belgrano (Belgrano 2608), il 13 novembre all’Asociación Calabresa (Yrigoyen 3922) e il 23 novembre al Circodromo (Margariños Cervantes 2177). Ulteriori date saranno comunicate attraverso la pagina Instagram di Vincenzo.