DARWIN – La recente visita dell’Amerigo Vespucci a Darwin è stata accompagnata da un’altra apprezzata visita in quella che è ormai una specie di consuetudine per due imbarcazioni completamente diverse, che stanno attraversando il mondo dandosi appuntamento in porti particolarmente importanti, per portare avanti il messaggio dell’eccellenza italiana, che spazia anche nel campo dell’inclusione e della solidarietà.

Ormeggiato quasi di fronte alla nave simbolo della Marina Militare italiana, il catamarano ‘Spirito di Stella’ ideato e progettato da Andrea Stella con la collaborazione del cantiere navale Mattia e Cecco. 

È stato lo stesso Andrea - presidente dell’associazione ONLUS che ha fondato nel 2003 impegnata in progetti sportivi e culturali a favore delle persone con disabilità -  a raccontare con una serenità che, ovviamente, non è stata facile da raggiungere, ma che accompagna ormai da anni la sua vita, quell’incidente che ha cambiato drammaticamente il suo mondo, ma dal quale ha saputo costruire qualche cosa di unico, trasformando in positivo anche il mondo di decine di migliaia di persone: “Un incidente che mi ha cambiato la vita e mi ha costretto sulla sedia a rotelle – ha raccontato Stella -. Era il 2000 ed ero a Miami per festeggiare la laurea appena conseguita in Scienze della comunicazione, tanti sogni in tasca, ma soprattutto tanta voglia di divertirmi. Mi hanno sparato per rubarmi un'auto presa in affitto. In un’area privata, vigilata. Non avevo neanche reagito, non avevo fatto nulla. Se me la chiedevano gliel’avrei data e invece… Succede, purtroppo, e la vita cambia in un attimo. Velocemente, senza colpe. Quindi mi sono trovato prima tra la vita e la morte, poi mi hanno detto: ‘Guarda che non potrai più camminare’”.

Un dramma gigantesco, ma con una forza di volontà eccezionale Stella è riuscito a reagire e diventare un autentico punto di riferimento nel mondo dell’ingegneria nautica: “Avevo la passione della barca a vela. Ho avuto l'opportunità e ho costruito un catamarano di 18 metri -  ha continuato Andrea -. Con degli ascensori, con degli accorgimenti dove posso muovermi sulle rotelle come prima mi muovevo sulle mie gambe. E, costruendo questo catamarano, mi sono detto: ‘Ma se puoi fare una barca accessibile, puoi fare una città accessibile’. Miami, per esempio, è super friendly, con chi è costretto sulla sedia a rotelle e per me, paradossalmente, è diventato un posto bellissimo”.

Dal 2003 il catamarano Stella è così diventato un simbolo, un esempio di quello che si può fare. “Ha dato l'opportunità a circa 10.000 persone con disabilità di vivere il mare in completa indipendenza e gratuità per ore con delle uscite giornaliere in Italia, in Spagna, in America o per solcare un oceano intero – ha spiegato ancora  -. Abbiamo attraversato quattro volte l'Oceano Atlantico. L’ho fatto la prima volta tornando, nel 2004, in Italia con Giovanni Soldini, Mauro Telas e altri ragazzi”. 

Ma Stella, orgoglioso del suo progetto e delle sue conquiste, si rammarica per una realtà non certo ideale che continua a vivere sulla terra ferma. “Purtroppo oggi è più facile attraversare l'oceano in barca che muoversi in una città italiana con una sedia rotelle – dice -. Se le città si adeguassero sarebbero molto più comode anche per una persona anziana, per una mamma che ha un passeggino, per un non vedente. Per questo portiamo avanti questa filosofia che si chiama Universal Design. L'abbiamo portata nelle università spiegando ai futuri architetti che il telecomando della televisione è stato inventato per fare fronte a problemi motori”.
“E da tanti anni facciamo attività, in questa direzione di sensibilizzazione, con il ministero della Difesa e con lo Stato maggiore delle Forze armate. Il ministro (della Difesa) Guido Crosetto ha sposato questa idea di fare un giro del mondo insieme alla Amerigo Vespucci. Siamo partiti insieme, poi abbiamo avuto rotte diverse. Perché Vespucci ha fatto Capo Horn, noi abbiamo fatto Panama e ci siamo ritrovati proprio qui a Darwin. Un viaggio, iniziato nel 2023, che finirà il 10 giugno dell'anno prossimo a Genova, sempre col Vespucci”. 

Sullo Spirito di Stella si alternano equipaggi con dei militari diventati disabili in servizio delle varie forze armate, quindi italiane e non solo, e personale civile. “Perché – ha spiegato Andrea – anche se in Italia noi ci reputiamo sempre arretrati su tante cose, siamo all’avanguardia su tante altre”. Per esempio vale la pena di sottolineare il fatto che il ministro Crosetto ha sempre detto: “Il nostro motto? Noi non lasciamo indietro nessuno, nessun militare che diventa disabile. Rimane sempre in servizio, rimane un militare. Viene impiegato in altri ruoli ma con lo status di militare, e questo è unico tra le forze armate del mondo”.
Il catamarano Spirito di Stella “è la dimostrazione che se in un viaggio così lungo persone molto diverse, con disabilità e non, militari e civili, possono stare assieme, anche la società in generale può funzionare meglio se rispettiamo le stesse regole e abbiamo gli stessi obiettivi”.

E questi uomini e donne, che stanno compiendo un’impresa storica, stanno dimostrando al mondo, nell’ambito del progetto WOW (Wheels on Waves), che si può superare qualsiasi tipo di difficoltà, grazie a determinazione, coraggio, orgoglio e cooperazione continua.

A bordo del catamarano, in questa missione mondiale all’insegna della solidarietà, è salito anche Manuel Bortuzzo, medaglia di bronzo nei 100 rana Sb4 alle recenti Paraolimpiadi di Parigi, nominato presidente onorario del progetto della Difesa.
Nato a Trieste nel 1999, astro nascente del nuoto, la notte tra il 2 e il 3 febbraio si è visto il suo sogno spezzato dagli spari davanti a un pub alla periferia sud di Roma. Vittima innocente di una rissa a cui era completamente estraneo.

Un colpo di pistola ha provocato una lesione al midollo spinale e lo ha costretto sulla sedia a rotelle. Un destino che ha, quindi, in comune con Stella: “Abbiamo avuto entrambi un po’ di sfortuna nella vita - ha detto durante un intervento al Villaggio Italia a Darwin -: siamo capitati per caso sulla traiettoria di proiettili”. Ed entrambi hanno sicuramente capito che non c’è nulla di scontato e di certo nella vita, che un attimo sfortunato può cambiare tutto, per sempre. E per questo Bortuzzo ha abbracciato con entusiasmo l’opportunità (arrivata via ministero della Difesa) di far parte di questa straordinaria avventura, seguendo un altro filo di congiunzione con Stella: l’amore per l’acqua, elemento naturale che fa parte della vita di entrambi.

“Sono quindi contento e motivato di essere qui, in qualità di divulgatore di questo progetto, so che posso arrivare ai bambini, alle nonne, a spiegare quello che si può fare nelle case dove ci sono ragazzi che hanno difficoltà motorie e di altro tipo”. “L'obiettivo è un po’ la voglia di invertire la rotta – ha spiegato Bortuzzo - rispetto al tema dell'accessibilità, quindi questo viaggio sia lo strumento, il modo per condurre tutti a una riflessione, soprattutto a un'azione che vada verso la totale inclusività”.

Il campione di nuoto ha anche descritto l’incontro bellissimo che ha vissuto a Darwin con la Vespucci: “Suggestivo davvero. C’erano le luci dell’alba, delle 5:30 del mattino, che coloravano il cielo di arancione e rosso fuoco e noi piano piano che ci avvicinavamo sempre più. Sembrava quasi di stare svegli durante un sogno. Posso solo dire che è stato uno dei ‘buongiorni’ più belli della mia vita”.