PECHINO - L’evento, in programma in piazza Tiananmen, sta vedendo la partecipazione di numerosi capi di stato e di governo, compresi i leader Vladimir Putin e Kim Jong-un.
Andrews, già premier del Victoria, e Carr, ex premier del New South Wales ed ex ministro degli Esteri, stanno prendendo parte alla cerimonia in veste privata. Entrambi sono noti per i loro legami con la Cina: Carr è un sostenitore di relazioni più strette tra Canberra e Pechino, mentre Andrews firmò l’adesione del Victoria alla Belt and Road Initiative, successivamente annullata dal governo federale per motivi di sicurezza.
La parata è destinata a mettere in mostra le più moderne tecnologie militari cinesi, dai missili ipersonici ai carri armati di ultima generazione, fino ai caccia stealth. Per Pechino, è un’occasione per rafforzare la propria immagine di potenza globale e per riaffermare il ruolo avuto nella sconfitta del Giappone durante la guerra.
Secondo Neil Thomas, analista dell’Asia Society Policy Institute, la presenza di Andrews e Carr aiuterà la Cina a conferire ulteriore legittimità internazionale alla manifestazione, pur non trattandosi di una rappresentanza ufficiale dell’Australia. A livello retorico, alcuni osservatori hanno definito il gruppo di leader presenti una “rogues’ gallery”, una galleria di figure canaglia. L’espressione, di forte impatto mediatico, evidenzia il carattere autoritario di molti partecipanti, ma lascia trasparire un approccio meno neutrale del consueto linguaggio diplomatico, elemento che non è passato inosservato agli analisti.
Accanto a Putin e Kim, sono presenti anche i leader di Iran e Bielorussia. Tuttavia, il governo australiano ha scelto di non inviare rappresentanti ufficiali: l’ambasciatore Scott Dewar ha preferito organizzare un incontro con la comunità imprenditoriale australiana a Guangzhou.
L’episodio conferma la sensibilità dei rapporti tra Canberra e Pechino, in un momento in cui l’Australia si muove con cautela tra esigenze economiche e questioni di sicurezza internazionale.