La comunità italo-australiana, l’Italia e l’Australia sono pervase da un desiderio di conoscersi e collaborare non solo dal punto di vista politico ed economico ma anche sociale, culturale e artistico.

Tale fervore e interesse porta, nel corso degli anni, alla nascita di leggi, istituzioni e iniziative importanti per lo sviluppo del multiculturalismo nella nazione. Il Globo riporta, in occasione dell’inaugurazione dell’ente consultativo del Commonwealth, l’Istituto australiano per gli Affari multiculturali, l’impegno del governo Fraser verso il multiculturalismo ”che non è solo responsabilità dei governi ma di tutta la società australiana” riaffermando “il diritto degli immigrati alla tutela della propria identità e cultura nel contesto della società australiana...”.

Ampio spazio viene dedicato dal giornale alla ‘storica’ conferenza “L’esperienza del Multiculturalismo”, tenutasi a Melbourne nell’ottobre del 1984. Oltre 600 i partecipanti fra i quali rappresentanti di ben 15 delle 20 Regioni italiane e inoltre rappresentanti politici e della comunità italo-australiana. I temi di base sono: occupazione e formazione professionale, riconoscimento delle qualifiche, sicurezza sociale e istruzione e seconde generazioni, gli anziani e la sanità. Il Globo dà un’ampia copertura all’evento e, alla conclusione dei lavori, conferma la positività dell’iniziativa: “La conferenza ha per la prima volta gettato una base unitaria per tutti i settori della comunità italo-australiana, di prima e seconda generazione, su cui si potrà ulteriormente edificare per la valorizzazione all’apporto italiano del progresso nazionale”. La spinta multiculturale è ormai una realtà diffusa e, infatti, già nel 1980 c’era stato un importantissimo segnale di cambiamento nel Paese con la nascita della Tv multiculturale, il canale 0-28.

Mentre continuavano le trasmissioni in italiano delle stazioni radio etniche della 2EA a Sydney e della 3EA a Melbourne, gestite dall’azienda radiotelevisiva Special Broadcasting Service (SBS), il governo annunciava l’apertura di un nuovissimo canale televisivo multietnico. 

Nonostante le polemiche preventive sui contenuti e una difficile gestazione, il nuovo canale inizia a trasmettere il 24 ottobre 1980 e Il Globo, in un articolo in prima pagina, definisce “promettenti le prime trasmissioni”. Il successo non si fa attendere e negli anni seguenti il dibattito si sposta già sul futuro dell’ente radiotelevisivo etnico SBS e una sua fusione con l’ABC per permettere una più ampia diffusione dei programmi nelle zone rurali. Mentre in un primo momento i governi del Victoria e del NSW sono contrari al progetto di fusione, Il Globo conferma invece il suo appoggio: “Con tutte le dovute garanzie sul potenziamento dei programmi radiotelevisi multiculturali e multilingue...”. Il progetto diventa realtà ai tempi del governo Hawke che decide di proseguire con la fusione delle due reti pubbliche “impegnandosi ad assicurare un efficiente funzionamento dell’SBS quale trasmittente per l’Australia multiculturale”.

La prima pagina del 31 luglio 1989 con l’annuncio del primo ministro Bob Hawke di un importante pacchetto di iniziative per un’Australia multiculturale

Visti speciali per le vittime del terremoto dell’Irpinia

Sul fronte dell’ immigrazione nei primi anni del decennio ‘80-89 gli italiani che arrivano in Australia sono in diminuzione, anche se il governo australiano risponde al terremoto che il 23 novembre 1980 colpisce l’Irpinia, rilasciando visti speciali a favore degli abitanti delle aree devastate dal sisma. Fra questi giunge, nel marzo del 1981, a Melbourne, il napoletano Ciro De Lio con moglie e sei figli, millesimo terremotato italiano ammesso in Australia in seguito alle agevolazioni d’ingresso del governo. In totale saranno circa 2000 coloro che si avvarranno dell’atto di richiamo o della sponsorizzazione federale.

Sin dai primi mesi del 1980 e per tutto il decennio, il giornale conduce, attraverso articoli ed editoriali, una campagna a favore dei ricongiungimenti famigliari, non estesi a fratelli e sorelle degli immigrati. “Hanno o non hanno ragione gli emigranti italiani di sentirsi discriminati dal governo australiano?”. La campagna viene portata avanti assieme alla richiesta di abolizione del sistema di selezione a punteggio NUMAS e alle richieste rivolte al governo italiano di prestare una maggiore attenzione a bisogni e diritti dei suoi emigrati d’oltreoceano. Uno degli argomenti particolarmente sentiti, che ricorre nelle pagine del giornale nel corso di tutto il decennio, è il riacquisto della cittadinanza. Nonostante le richieste da parte della comunità italo-australiana, di cui il giornale si fa portavoce, il governo di Roma, però, preferisce far finta di non sentire e continua a non riconoscere gli italiani che per varie ragioni hanno acquisito la cittadinanza australiana. E Il Globo commenta amaramente: “Una legge italiana che decreta la morte civile degli emigrati italiani in Australia che non potranno essere eletti nei comitati dell’emigrazione e nemmeno votare”. La questione del riacquisto della cittadinanza italiana da parte di tali cittadini continuerà a occupare negli anni a venire numerosissime pagine del giornale, ma il problema non si è mai sbloccato.

La prima pagina del 28 ottobre 1985 con un articolo sul congresso dedicato al contributo delle donne italo-australiane

Una delle vittorie delle tante battaglie che vede Il Globo impegnato in prima linea sul fronte dell’immigrazione è quello dell’abolizione del rifiuto arbitrario del visto turistico (indicato da un timbro rosso stampato sul passaporto italiano) dell’Ambasciata d’Australia a Roma. “Questa vergogna deve finire/This shame must end” protesta il giornale in un editoriale che, evidentemente, colpisce nel segno. La denuncia apre, infatti, la pista a inchieste, segnalazioni e proteste che portano non solo all’abolizione del timbro rosso, ma anche le motivazioni dell’eventuale rifiuto verranno rese note.

Buone notizie anche per quanto riguarda gli accordi bilaterali tra l’Italia e l’Australia. Nel corso del 1985 e 1986, dopo innumerevoli trattative, vengono finalmente finalizzati e firmati a Roma quello d’assistenza sanitaria, quello di sicurezza sociale e quello per gli indennizzi e l’assistenza per le vittime di incidenti sul lavoro (quest’ultimo fra l’Italia e il Victoria).  

Un’altra vittoria riguarda la pensione italiana. Già agli inizi del decennio Il Globo denuncia in un articolo, in italiano e inglese, la necessità di abolire il requisito di 10 anni di residenza per accedere alla pensione di vecchiaia. 

Il giornale esorta i pensionati italo-australiani ad avvalersi dell’articolo 23 della “Income Assessment Tax”, secondo il quale “la pensione italiana è esente da qualsiasi tassa australiana”. Ma, nonostante la ratifica dell’accordo fiscale fra i due Paesi, la doppia tassazione della pensione italiana continua fino al 1988 quando Il Globo annuncia che l’Agenzia delle entrate australiana “dopo aver equiparato il sistema Inps alla superannuation australiana, ha concesso l’esenzione all’imposta sul reddito sulla porzione contributiva con i versamenti del pensionato durante la vita lavorativa”. 

Per tutto il decennio e oltre, il settimanale continua con fervore, senza mai tirarsi indietro, a tutelare il buon nome della comunità italiana in seguito ad articoli diffamatori che appaiono sui giornali del Paese e allo stesso tempo invita la comunità stessa a reagire con coraggio e dignità. 

Non meno importante è la presa di coscienza da parte dell’Italia dei suoi emigrati d’oltreoceano a cui il giornale italiano dedica ampio spazio. 

Fra i numerosi incontri e convegni da segnalare è la preconferenza di Melbourne sull’emigrazione il cui tema “Radici e Retaggio” verrà sviluppato nella Conferenza Nazionale dell’Emigrazione a Roma del 1988, a cui partecipano 160 delegati dall’Australia. Il documento finale, riportato ne Il Globo, ribadisce “che le comunità all’estero rappresentano una risorsa strategica che esige di essere riconosciuta e valorizzata” e fra l’altro propone “il massimo impegno di una normativa per il voto all’estero con l’urgente costituzione del Consiglio Generale degli Italiani all’Estero”. L’anno seguente quest’ultima proposta diventa legge e 94 membri, fra i quali quattro in rappresentanza degli italiani in Australia, entrano a far parte del CGIE, il cui compito “è quello di mantenere e sviluppare il collegamento degli italiani all’estero con la madre patria, di assicurare una più efficace tutela dei loro diritti e di agevolare la loro partecipazione alla vita della comunità locale”. Nel corso dello stesso anno inizia la registrazione anagrafica degli italiani all’estero.

Il contributo delle donne italo-australiane

In tale vivace clima di apertura verso l’Italia e gli italiani, facilitata anche dalle numerose iniziative culturali e artistiche, anche le donne italo-australiane, le “Cenerentole dell’immigrazione”, come le definisce l’on. Franca Arena (membro della Camera alta del Parlamento del NSW), fanno sentire la loro voce grazie al primo Congresso “Donna Italiana in Australia”, organizzato dall’Associazione Donne Italo-Australiane, sia a Sydney che a Melbourne. Il giornale dedica ampio spazio all’iniziativa imperniata sul tema: “Il contributo delle donne italiane allo sviluppo dell’Australia” e afferma che il Congresso rappresenta “un’altra pietra miliare nel cammino della comunità italiana in Australia ed è la presa di coscienza della componente femminile sempre vitale, preziosa e trascurata in passato” . 

Negli anni che seguono, la testata continua a dare risalto alle problematiche delle donne messe in luce nel corso di un’Assemblea nazionale a Canberra e in una seconda Conferenza nazionale. In particolare, le condizioni lavorative delle donne italo-australiane vengono riportate in un articolo che riguarda uno studio approfondito del settore tessile e manifatturiero, dove circa 15.000 donne immigrate del Victoria eseguono lavori a domicilio con stipendio minore di quello spettante loro di diritto.

Il Globo in prima linea nella campagna per un più equo accordo di sicurezza sociale tra Italia e Australia

Lo stesso risalto viene dato alla ricerca del Comitato “Voce” della Federazione Cattolica Italiana che rivendica una “dinamica e qualificata presenza di donne italo-australiane impegnate soprattutto nel campo dell’assistenza ad anziani”. 

“Le donne nella forza del lavoro” è uno dei temi, insieme ai problemi di sicurezza sul posto di lavoro, il ruolo del sindacato e il ruolo del Patronato, della prima Conferenza sindacale Italia-Australia, tenutasi a Melbourne nel 1986. Dopo un dibattito senza precedenti vengono raggiunte intese per il riconoscimento formale da parte della Camera del Lavoro del Victoria dei patronati sindacali italiani operanti in Australia: Inas, Inca e Ital. 

La FILEF (Federazione Italiana Lavoratori Emigrati e Famiglie) organizza intanto l’ottavo Congresso “per una crescita culturale della comunità italiana e l’integrazione in una società australiana”.

Il rilancio dei rapporti commerciali

In questi anni si assiste a un rilancio dei rapporti economici commerciali fra l’Italia e l’Australia e il rinnovato interesse per gli italiani all’estero da parte delle Regioni promuove viaggi di scoperta e riscoperta delle origini da parte di giovani e anziani. Tali visite si incrociano con le visite da e per l’Italia, di autorità civili e religiose, di operatori economici, imprenditori, accademici, scienziati e artisti. Il Globo sottolinea in un articolo del maggio 1983 che “per gli emigrati in pochi anni le Regioni hanno fatto più dell’Italia”.

La collaborazione economica italo-australiana vive una stagione importante con costanti visite di delegazioni da una parte all’altra, tutte impegnate a verificare possibilità di interscambio come l’Ansett-Selenia, una società che opera nei sistemi di difesa, aviazione civile, tecnologia aerospaziale e telecomunicazioni; l’Italsider e la Finsider; il gruppo italiano Augusta e l’azienda Hawker de Havilland per la costruzione di elicotteri. 

Anche Cinecittà con Dino de Laurentiis approda in Queensland, dove fra Brisbane e la Gold Coast sorgeranno i più grandi studi cinematografici dell’emisfero del Sud. Le iniziative della Camera di Commercio Italiana sia a Sydney che a Melbourne, gli uffici dell’ENIT per la promozione turistica, la presenza dell’Agip, della Benetton, della Fiat e Alfa Romeo, della Banca Commerciale italiana, della banca d’affari ICLE e di aziende italiane grandi e piccole, sono indicative del vivace clima di interscambio alimentato dalle materie prime australiane, dalle tecnologie e l’esperienza italiane e le numerose joint-ventures italo-australiane.

Il crescente interesse per lingua e cultura italiane

Il decennio vede un grande interesse anche verso la lingua e cultura italiane e un grande impulso verso l’insegnamento delle lingue comunitarie che entra a far parte del programma delle scuole elementari. Cresce di conseguenza la domanda di insegnanti qualificati. Il Globo segue attentamente la serie di Convegni organizzati da vari enti culturali e università sull’insegnamento dell’italiano in Australia e le iniziative per corsi di aggiornamento linguistico e culturale rivolti agli insegnanti di italiano. 

Il Co.As.It. di Melbourne organizza nella capitale del Victoria un primo corso di aggiornamento didattico per insegnanti di italiano nelle scuole elementari in collaborazione con l’Università per Stranieri di Perugia a cui seguiranno un corso di perfezionamento nella sede a Perugia della stessa Università e altri simili corsi a Roma e Siena. 

Nel convegno, a Canberra, sulla Lingua e Cultura Italiana in Australia, i docenti partecipanti da tutti gli Stati d’Australia riconoscono all’unanimità “la centralità dell’insegnamento linguistico e si impegnano alla formazione universitaria dei futuri insegnanti.” Anche l’Italo Australian Education Foundation, uno degli enti che gestiscono i corsi d’italiano nelle scuole del Victoria, è attiva su più fronti, fra cui la produzione di un nuovo testo d’insegnamento e borse di studio in Italia per studenti meritevoli. 

Si intensificano i viaggi –scambio fra studenti italiani e australiani e viaggi-soggiorno favoriti dalle Regioni, dalle scuole e da enti culturali.

Il Globo si fa anche promotore di una più ampia partecipazione dei genitori ai Consigli scolastici istituiti per gestire più equamente le scuole. La rubrica “Speciale servizio scuola” offre spiegazioni e chiarimenti sulla nuova legge dell’istruzione e dà consigli su come partecipare attivamente alle commissioni scolastiche. Il governo sente il bisogno di rivolgersi ai genitori degli studenti con la Conferenza su “genitori e scuole in una società multiculturale” in vista soprattutto dell’introduzione del nuovo HSC del Victoria che rivoluziona l’esame di maturità.

Anche le università rispondono all’interesse verso la lingua e cultura italiane con varie iniziative: si inaugurano biblioteche italiane allo Swinburne Institute, mentre all’Università di La Trobe di Melbourne viene istituita la biblioteca italiana e la cattedra di Studi italiani, grazie alle donazioni della Fondazione Vaccari e finalmente viene inaugurato il monumento a Dante Alighieri, opera di Bart Sanciolo. Alla Monash University, invece, la Tertiary Education Commission e le autorità accademiche deludono le speranze di centinaia di studenti del corso d’italiano, tanto che Il Globo, con l’articolo “Cospirazione contro l’Italiano all’Università di Monash”, esorta la comunità a mobilitarsi e a iniziare una raccolta di firme a favore della Cattedra per garantire l’insegnamento dell’italiano anche a Monash (un’iniziativa che avrà successo con la marcia indietro dell’Università in questione), mentre a Hobart viene inaugurato il dipartimento di Italiano.

Case di riposo per anziani italiani

Il Globo è fortemente sensibile alla realtà degli italiani anziani che sono sempre più numerosi e bisognosi di assistenza specifica. Le problematiche di alloggio e cura della comunità che invecchia sono costantemente presenti nelle pagine del giornale anche in questo decennio. Nella serie di articoli “Dove andranno a finire i vecchi senza famiglia” si mettono in risalto i profondi mutamenti del costume sociale, dove gli anziani vivono il dramma della solitudine e incomunicabilità; scrive Il Globo nel 1982: “Ci troveremo con svariate centinaia di persone bisognose di una sistemazione e di una assistenza specifica ... i più fortunati andranno a finire nei centri australiani senza più un aggancio al loro mondo d’origine e alla loro gente”. 

Il giornale promuove e sostiene l’impegno della comunità italo-australiana e degli imprenditori italiani che uniscono le loro forze per realizzare progetti a favore degli anziani. Dopo l’inaugurazione a South Morang (Melbourne) del “Villaggio per Anziani Italiani Gualtiero Vaccari” nel 1979, viene inaugurata nel giugno del 1982 la seconda fase del progetto affidato all’architetto Erminio Smrekar. La necessità di rispondere ai bisogni degli anziani italiani sempre più numerosi dà luogo a un progetto di ingrandimento del Villaggio Vaccari che viene inaugurato nel 1989, dopo il cambiamento del nome in “Casa di Cura San Carlo”, gestito dall’Ordine degli Scalabriniani. A questi si aggiunge la “Casa Elda Vaccari”, una casa di riposo per anziani italiani a North Fitzroy grazie ai contributi del governo federale e del Victoria e della Fondazione Gualtiero Vaccari.

Il Globo segue con interesse le varie iniziative negli altri Stati d’Australia e riporta il progetto di una casa di cura per anziani per il “Villaggio Scalabrini” di Griffith, inaugurato nel 1988, e la costruzione della “Casa di Cura Canossa” gestita dalle Suore Canossiane a Oxley nel Queensland. A Sydney, grazie alla generosità degli italiani, viene ufficialmente aperta l’infermeria del Villaggio Scalabrini. E, sempre a Sydney, prende forma l’idea dell’”Italian Forum” di Leichhardt, un centro sociale e culturale italo-australiano multifunzionale. Il giornale promuove le donazioni da parte della comunità italo-australiana e il 1989 si chiude con la consegna da parte del premier del NSW, Nick Greiner, dell’atto ufficiale che consacra definitivamente la proprietà del terreno per la costruzione dell’Italian Forum.
In seguito all’inchiesta condotta dal “Gruppo di lavoro sulle condizioni degli anziani italiani”, Il Globo riporta il contributo del governo federale al “progetto Linkage”, gestito dal Co.As.It., per l’assistenza domiciliare di anziani soli o in precarie condizioni fisiche. Il progetto–pilota “ha come obiettivo ritardare più a lungo possibile il ricovero in ospedale geriatrico. In base al censimento australiano del 1986, dei 96.706 nati in Italia e residenti nell’area metropolitana di Melbourne, 33.570 risulta oltre i 55 anni d’eta e di questi ci sono 8.198 ultrasettantenni”.

La stagione dei gemellaggi

Nel 1984 la comunità italiana partecipa con diverse iniziative alle celebrazioni per il 150mo anniversario del Victoria e nel 1988 si festeggiano i 200 anni dell’Australia sul lietmotiv: “Celebration of a Nation”. L’Italia partecipa con numerose ditte alla grande fiera campionaria mondiale “Expo 88” a Brisbane. E Il Globo, dando ampio spazio agli eventi, sottolinea il contributo di lavoro, di intelligenza e forza creativa che gli italiani hanno dato e continuano a dare alla nazione e presenta, con orgoglio, un ulteriore esempio di creatività e partecipazione attiva alla vita del Paese dando particolare risalto all’inaugurazione, a Canberra, del nuovo Parlamento, opera dell’architetto italiano Romualdo “Aldo” Giurgola. 

In questi anni si parla molto di gemellaggi fra città e Comuni italiani e australiani: dopo quello di Fremantle e la cittadina siciliana di Capo d’Orlando, da cui è originaria gran parte dei pescatori del Western Australia, è la volta del Comune di Randazzo, cittadina ai piedi dell’Etna a firmare un gemellaggio con il Comune di Brunswick, Melbourne. Segue quello di ‘prima fascia’ fra Firenze e Sydney e quello fra Griffith e la Comunità Montana del Grappa, mentre si inizia a parlare di gemellaggio fra Melbourne e Milano, che avverrà solo nel 2004.

Il 2 giugno di ogni anno gli italiani d’Australia celebrano la “Festa della Repubblica” così come il 4 novembre viene ricordato dai soci delle Associazioni Combattentistiche e d’Arma che si recano in pellegrinaggio al Sacrario di Murchison. 

A Melbourne si comincia già dal 1980 a parlare di uno spazio tutto italiano e nasce temporaneamente “Piazza Italia” in Lygon Street: per 12 settimane ogni sabato dalle 8 alle 14 l’angolo tra Faraday Street e Lygon Street verrà chiuso al traffico per spettacoli e attività caratteristiche dei giorni di festa. 

Verso la fine del decennio Il Globo costa 80 centesimi e dopo 16 anni a Carlton, cambia sede spostandosi al 600 di Nicholson Street, North Fitzroy.