Un’annosa questione nel settore delle criptovalute che è stata riproposta recentemente dalla SEC statunitense (Securities and Exchange Commission) che un paio di settimane fa ha fatto causa all’exchange Bittrex con l’accusa di vendita non autorizzata di security.

Ricordiamo che una security è un vero e proprio contratto di investimento e tale definizione agli occhi della SEC, l’ente federale statunitense preposto alla vigilanza delle borse, calza a pennello per tutte quelle criptovalute lanciate sul mercato attirando gli investitori con la promessa di un guadagno futuro. 

Gary Gensler, capo della SEC, ha rilasciato varie dichiarazioni a tal riguardo nel corso degli anni; il suo pensiero è che tutte le criptovalute, tranne Bitcoin, sono security e quindi devono ricadere sotto la giurisdizione della sua agenzia. La SEC non è nuova a questo tipo di azioni: già nel dicembre 2020 intentò causa all’azienda Ripple per l’emissione e vendita del token XRP. Un procedimento legale che è tuttora in corso il cui esito potrebbe mettere a repentaglio il futuro dell’intero settore. 

Il fatto è che non sembra per niente facile redimere la questione utilizzando le leggi in vigore. Se un giudice dovesse ufficialmente stabilire che le criptovalute sono delle security, la SEC avrebbe il potere di porre il veto sulla compravendita. In tale ipotesi tutti gli exchange su territorio statunitense potrebbero rischiare di dover addirittura chiudere i battenti o limitarsi ad offrire solo scambi in Bitcoin e stablecoin. Quindi, da un lato abbiamo Bitcoin, che senza dubbio alcuno non è una security, in quanto non ha mai raccolto fondi di alcun tipo per lo sviluppo della sua tecnologia.

Dall’altro, ci sono tutti quei token che sono stati venduti con promesse di rendimenti finanziari, che probabilmente lo sono, ma nessuno ha mai preso una decisione ufficiale in merito. Nel mezzo ci sono i casi come XRP, sul quale il procedimento legale ci darà una risposta a breve, e come Ethereum, in cui per ora ci si limita a ragionamenti teorici. 

A tal proposito c’è un video della scorsa settimana che ha fatto molto scalpore: Gary Gensler è stato chiamato a testimoniare davanti al Congresso degli Stati Uniti e, a specifica domanda del presidente del Comitato per i Servizi finanziari Patrick McHenry se Ethereum sia o meno una security, non ha saputo dare alcun tipo di risposta chiara. Anzi lo si è visto tentennare e cercare di evadere la questione, obbligando McHenry a reiterare il quesito per ben 10 volte.

Un atteggiamento di questo tipo non ha fatto altro che confermare i dubbi di molti: quella della SEC sembra una vera e propria battaglia contro le crypto che prende sempre più le sembianze di una caccia alle streghe non basata su motivazioni reali. 

Un altro membro del Congresso, Warren Davidson, ha rincarato la dose chiedendo il licenziamento di Gensler e mettendolo alle strette con la domanda: “Dov’era la SEC durante i casi Terra-Luna e FTX?”. La sensazione è che alcuni parlamentari degli Stati Uniti abbiano finalmente capito che, soprattutto in un momento come questo in cui la confidenza nei confronti del dollaro americano come moneta di riferimento per i mercati globali è ai minimi storici, il fenomeno crypto non va in alcun modo ostracizzato. Anzi, va supportato per evitare di perdere terreno nei confronti di altri Paesi. 

Ricordiamo che l’intento di questa rubrica non è di dare consigli finanziari o d’investimento di alcun tipo.