Nel 2019 il governo Morrison tentò di far approvare la modifica, fallendo al Senato dove non riuscì ad assicurarsi il sostegno dei laburisti e/o degli indipendenti.
Le linee guida dell’emendamento proposto stabiliscono che: a un non cittadino che sia stato condannato per un reato teoricamente punibile con almeno due anni di reclusione (atti di violenza o aggressioni a carattere sessuale) possa, a discrezione del Governo, essere negato il visto di entrata o permanenza in Australia, a prescindere dalla durata della sentenza eventualmente già scontata.
Al momento, il potere di annullamento del visto è disponibile solo nei casi in cui una persona sia stata effettivamente condannata a scontare più di 12 mesi di carcere.
Il Governo sostiene che questa modifica sarebbe in grado di prevenire precedenti con i quali cittadini stranieri, i cui visti avrebbero dovuto essere annullati, sono stati autorizzati a rimanere in Australia grazie a cavilli tecnici, come lo sconto di parte della pena di reclusione accordato per essersi dichiarati colpevoli, o per l’intervento interpretativo dei giudici nei casi in cui questi hanno ridotto la durata della pena per evitare che raggiungesse la soglia oltre la quale diviene obbligatoria la cancellazione del visto e l'espulsione.
Alex Hawke, ministro dell’Immigrazione, ha affermato che le leggi attuali lasciano un vuoto giuridico che consente a quelle persone che rappresentano un rischio per la comunità di rimanere nel Paese: “Essere in possesso di un visto australiano è un privilegio che i non cittadini dalla natura pericolosa e violenta non meritano. Anthony Albanese deve sostenere queste nuove leggi questa settimana, in nome della sicurezza della comunità o spiegare a tutti gli australiani perché non lo farà”.
Mentre il partito laburista sta prendendo in esame il testo dell’emendamento, Kristina Keneally, ministro ombra dell’Immigrazione, ha espresso la propria preoccupazione per il fatto che anche chi abbia commesso criimini ordinari possa rientrare nella categoria di chi debba essere espulso.
Il governo sostiene, inoltre, che le modifiche proposte renderebbero più difficile da ribaltare in appello il provvedimento di espulsione.
Il ministro Hawke ha reso noto che gli emendamenti saranno presentati al Senato entro questa settimana, forse oggi stesso.