SYDNEY - Antonia Rubino è Associate Professor presso la facoltà di Italian Studies dell’Università di Sydney, ma è anche una delle maggiori studiose di sociolinguistica e linguistica applicata in Australia. Il suo lavoro si concentra, in particolare, sul multilinguismo nei contesti migratori e sulle implicazioni educative e politiche.
La ricerca è la sua più grande passione, cominciata fin dai tempi della tesi di dottorato, con cui ha esplorato il multilinguismo di alcune famiglie siciliane, e in particolare il modo in cui le tre lingue degli italiani di Australia - l’italiano, l’inglese e il dialetto -, vengono utilizzate nelle conversazioni tra la prima e la seconda generazione. Nel corso degli anni, questo suo interesse non si è mai affievolito e la sua ricerca è proseguita in questo campo, focalizzandosi attualmente sul mantenimento dell’italiano e del dialetto nella terza generazione.
All’Università di Sydney, la docente non si occupa solo di ricerca, ma tiene anche dei corsi molto interessanti, come quello di sociolinguistica italiana, nel quale approfondisce alcuni aspetti del contesto sociolinguistico italiano, come la presenza dei dialetti e le differenze con la lingua italiana.
In aula si parla anche dei cambiamenti nella lingua italiana, per esempio, in seguito all’influenza dell’inglese, ma anche di linguistica dell’emigrazione, in cui si studiano i cambiamenti linguistici che si verificano quando le lingue entrano in contatto, come avviene in Australia tra italiano, dialetti e inglese, che si alternano, pur in modo diverso, nella conversazione quotidiana dei parlanti di diverse generazioni.
“La situazione dell’italiano in Australia non va vista in modo isolato - ha osservato Rubino -, ma va inserita nel contesto delle lingue in generale. In quest’ottica, l’italiano si trova in una posizione abbastanza solida, in quanto, sebbene in Australia si insegnino decine di lingue, in realtà solo nove o 10 vengono insegnate e apprese su larga scala”, e l'italiano è una di quelle maggiormente studiate.
Citando il collega e linguista John Hajek dell’Università di Melbourne, Rubino ha affermato che, per quanto riguarda l’educazione linguistica in Australia, gli alti e i bassi si sono sempre verificati; per questo, anche se al momento ci troviamo in un periodo sfavorevole alle lingue anche a causa di politiche poco illuminate, si può sperare in una ripresa.
Talvolta bastano cambiamenti, anche piccoli, nella politica linguistica per poter cambiare le sorti dell’insegnamento delle lingue straniere. Ne è successo, per esempio, nel Victoria, dove è stato introdotto lo studio delle lingue fino all’Anno 10.
Certo non si può dimenticare che l’Australia è un Paese fortemente anglo-centrico, caratterizzato da un monolingual mindset, come diceva il noto linguista Michael Clyne, il che rende alquanto problematica la posizione delle lingue nel sistema scolastico.
Tuttavia, con un sorriso e con positività, Rubino ha ricordato che bisogna andare avanti, cercando un approccio innovativo e proponendo agli studenti corsi interessanti, magari cambiandone la struttura, pubblicizzandoli maggiormente e rendendoli più appetibili.
Tanti studenti vogliono studiare l’italiano in Australia perché è una lingua che “tira fuori atteggiamenti molto positivi”, come ha detto Rubino, riportando che alcuni ragazzi le hanno spiegato che è una lingua considerata cool.
Inoltre, c’è grande apprezzamento per l’Italia, la sua cultura, la sua bellezza, e le sue eccellenze in vari campi, da quello artistico a quello culinario.
Un soggiorno in Italia, ad esempio, rappresenta sempre una grande spinta per motivare i giovani nel proseguire lo studio della lingua.
Gli scambi, secondo Rubino, di solito aiutano i ragazzi e le ragazze a innamorarsi del Bel Paese e del suo stile di vita, anche attraverso l’intensa socializzazione che avviene in Italia tra i compagni di scuola.
Insegnare una lingua è un’avventura e un grosso impegno, come ha evidenziato Rubino: ci si deve tenere al passo con i cambiamenti della lingua stessa, motivare gli studenti e aiutarli nel percorso di crescita delle loro competenze linguistiche e culturali.
Con le risorse disponibili in rete oggi è piuttosto facile riuscire a stare al passo con i cambiamenti della lingua e portare in classe l’italiano contemporaneo.