ROMA - Il Senato approva la riforma delle concessioni per i balneari. Le misure sono contenute nel decreto Infrazioni che diventa legge con 100 sì, 63 no e 2 astenuti.
Le nuove norme puntano principalmente ad agevolare la chiusura di 15 procedure d'infrazione da parte dell'Unione europea nei confronti dell'Italia, ma la parte sensibile del provvedimento riguarda proprio la questione delle spiagge.
La categoria si dice “pronta alla mobilitazione”, mentre l'opposizione s'infuria per l'ennesimo voto di fiducia posto dal Governo che impedisce “un confronto parlamentare su questioni così importanti”. Il testo, rimarcano i sindacati balneari in una nota congiunta, “non affronta la questione della scarsità della risorsa” che è il “presupposto per la corretta applicazione della Direttiva Bolkestein”.
Sul provvedimento, inoltre, non c'è stato né il coinvolgimento della categoria, né quello di Regioni e Comuni che esercitano le funzioni amministrative in materia. Sconcerta i sindacati, infine, l'esclusione dalla Bolkestein “solo dei circoli sportivi, non anche di coloro che dalla concessione ricavano il reddito esclusivo per la propria famiglia”.
Per quanto riguarda questa parte della norma, riguarda le società e le associazioni sportive che svolgono queste attività in via “stabile e principale”, iscritte al Registro nazionale delle attività sportive dilettantistiche e che perseguono esclusivamente finalità sociali e ricreative, a condizione che usino il demanio marittimo non per attività economiche. Una formula questa che consente la presenza nei circoli di punti di ristoro, purché l'attività prevalente resti quella sportiva.
Ma nel progetto c'è anche la norma che consente ai concessionari di lasciare installati fino all'aggiudicazione della gara, anche fuori stagione, i manufatti amovibili, vale a dire
Sono previsti anche i criteri di indennizzo per i concessionari uscenti, che saranno a carico del nuovo concessionario e dovranno essere pari al valore degli investimenti effettuati e non ancora ammortizzati al termine della concessione, compresi quelli realizzati dopo calamità purché debitamente dichiarati.
Questi rimborsi dovranno anche garantire al concessionario uscente un'equa remunerazione sugli investimenti effettuati negli ultimi cinque anni, e i criteri per stabilirlasono demandati a un decreto del Mit, di concerto col Mef, da adottare entro il 31 marzo 2025. Si abroga, infine, il tavolo tecnico che era stato istituito per la mappatura delle concessioni.