Il ministro Fahad Al-Jalajel ha reso noto che parecchi dei 1.301 decessi sono occorsi a quei pellegrini “che hanno camminato per lunghe distanze sotto la luce diretta del sole senza un adeguato riparo o conforto.”

Tra le vittime si contano numerosi anziani e persone affette da malattie croniche, ed appare come l’83% di esse siano persone non autorizzate a compiere il pellegrinaggio.

Tra i 1.301 è stata confermata la morte di un cittadino australiano.

Un’unità di crisi egiziana incaricata di indagare sulla situazione ha dichiarato di aver sospeso le licenze di 16 compagnie turistiche e di averle deferite al pubblico ministero. 

Le compagnie sono accusate di essere responsabili dei decessi, secondo l’unità avvenuti soprattutto tra i pellegrini non registrati nel sistema ufficiale.

L’unità ha affermato che sono stati confermati 31 decessi a causa di malattie croniche tra i pellegrini ufficialmente registrati.

L’Hajj è un pellegrinaggio annuale alla città santa della Mecca in Arabia Saudita, che viene completato nell’arco di cinque o sei giorni. 

È uno dei cinque pilastri dell’Islam e ogni musulmano abile ha il dovere di completarlo almeno una volta nella vita.

Durante l’Hajj, a volte le temperature hanno superato i 51 gradi Celsius.

Secondo le autorità saudite quest’anno hanno partecipato circa 1,8 milioni di pellegrini, 1,6 milioni dei quali provenienti dall’estero.

Ogni anno, decine di migliaia di pellegrini intraprendono il rituale ricorrendo a canali irregolari perché non possono permettersi le procedure, spesso costose, per i visti ufficiali dell’Hajj.

La consuetudine mette a rischio questi pellegrini clandestini poiché non possono accedere alle strutture climatizzate fornite dalle autorità saudite lungo il percorso dell’Hajj.

Gli scienziati del clima sostengono che l’aumento delle temperature rappresenta una minaccia crescente per l’evento, anche se le morti legate al caldo lungo l’Hajj non sono nuove, e dal 1400 esistono registrazioni in merito.

Il momento dell’Hajj è determinato dal calendario lunare islamico, spostandosi in avanti ogni anno secondo il calendario gregoriano.

Negli ultimi anni i rituali, tenuti prevalentemente all’aperto, sono scesi di numero a causa dellla soffocante estate saudita.