WELLINGTON - A due settimane dalla vittoria a valanga delle elezioni la premier neozelandese ha nominato il governo più inclusivo nella storia della Nuova Zelanda, e forse del mondo, con la prima donna maori alla guida del ministero degli Esteri. Un esecutivo, espressione di un Parlamento altrettanto inclusivo, che il quotidiano LGBTIQ The Star Observer ha definito “il più gay al mondo”.
La sorpresa più grande si chiama Nanaia Mahuta, ex ministro dello Sviluppo maori e nipote della defunta regina Te Arikinui Te Atairangi Kaahu.
Quattro anni fa si fece notare per essere stata la prima parlamentare a presentarsi in Aula con il tradizionale tatuaggio maori sul mento. Un disegno che viene inciso durante una cerimonia solenne e che rivela informazioni sugli antenati di una persona, la sua storia, il suo status. Nella nuova compagine di governo di Jacinda Ardern sostituirà un altro esponente indigeno, Winston Peters, alla guida degli Esteri e, dice, si impegnerà a portare le istanze delle minoranze all’esterno.
Mahuta farà parte di una squadra composta anche da un vice premier gay, Grant Robertson, che è anche ministro delle Finanze, e da due donne ministro lesbiche con figli piccoli Ayesha Verrall e Kiri Allan, rispettivamente alla Salute e all’Ambiente. In più, ci saranno altri quattro ministri maori che costituiscono il 25% del governo, un altro primato.
“Sono persone che si sono distinte per merito e sono state nominate per il contributo che possono dare al governo. Inoltre, sono anche rappresentanti di un’incredibile diversità. E di questo sono fiera. Rappresentano la Nuova Zelanda che li ha votati”, si è affrettata a sottolineare Ardern, che già tre anni fa la “bibbia della moda” – Vogue – aveva ribattezzato l’anti-Trump.
Anche il nuovo Parlamento è lo specchio di un Paese giovane (il 33% della popolazione ha meno di 25 anni), “diverso” e che, dopo aver sconfitto l’epidemia di coronavirus, pensa al proprio futuro: quasi la metà dei deputati sono donne, un dato significativamente superiore alla media globale del 25%. E uno su 10 è gay.
Tra le novità dell’Ardern bis c’è anche un ministero dedicato alla risposta al Covid-19, che sarà guidato da Chris Hipkins, già alla guida del ministero della Salute da luglio.