BUENOS AIRES – Ha inaugurato l’ultima settimana dell’anno come sorvegliato speciale. Ma il dollaro ufficiale ha esordito con rialzi moderati, che lo hanno mantenuto su una bassa quotazione di mercato, per la precisione, a circa 1.475 pesos, ancora a distanza di sicurezza dal tetto (1.500 pesos) dell’attuale banda di oscillazione. In altre parole: stabile.

Il dollaro “blue”, invece, è stato offerto a 1.540 pesos.

Si tratta di segnali incoraggianti per prevedere il comportamento di inizio 2026, quando l’Argentina dovrà affrontare due appuntamenti importanti: il debutto del nuovo schema di bande di oscillazione, legato all’inflazione, e il pagamento di 4,3 miliardi di dollari ai detentori di titoli nazionali.

A contribuire alla stabilità, anche l’approvazione della legge di bilancio 2026, avvenuta nella tarda notte di domenica.  

A partire da questo venerdì, la Banca Centrale avvierà una nuova fase di accumulo di riserve. La banda di oscillazione diventerà più flessibile e sensibile, evitando così quel ritardo nell’adeguamento dei tassi di cambio che, secondo le imprese, risulta dannoso soprattutto alle esportazioni.

La Banca Centrale ha sottolineato il suo impegno per raggiungere la convergenza tra l’inflazione domestica e quella internazionale. Secondo l’organismo monetario, i progressi nella correzione degli squilibri macroeconomici e la solidità del programma economico, anche in un contesto segnato dall’incertezza politica legata alle elezioni di medio termine, ampliano l’orizzonte di pianificazione e creano condizioni favorevoli per la crescita, la rimonetizzazione dell’economia e l’accumulazione di riserve internazionali.

Intanto, secondo i rilevamenti dell’Università Di Tella di Buenos Aires, l’indice di fiducia nel governo è arrivato 2,46 punti: per capirci, 4,3% più alto che a dicembre 2017, sotto il governo di Mauricio Macri e 73,2% più alto che a dicembre 2021, durante il mandato di Alberto Fernández.

In questo contesto, a partire dal 1° gennaio il pavimento e il tetto della banda di fluttuazione del cambio inizieranno ad adeguarsi mensilmente in base all’ultimo dato di inflazione comunicato dall’Indec (l’istituto nazionale di statistica).

L’ultimo Rapporto sulle aspettative di mercato (Rem) della Banca Centrale ha stimato un’inflazione cumulata dell’11,1% per il semestre dicembre–maggio.

Il modo in cui è stata strutturata la banda di fluttuazione suggerisce che nel 2026 il tasso di cambio ufficiale potrebbe crescere più dell’inflazione. Un fenomeno simile si è già osservato nel 2025, quando il dollaro è avanzato di circa il 40% a fronte di un’inflazione cumulata intorno al 30% su base annua.

Dal mercato questo schema viene interpretato come un segnale della volontà del governo di evitare un apprezzamento artificiale del peso, che le imprese considerano deleterio per l’attività economica.