BUENOS AIRES - Con il Decreto 366/2025, pubblicato il 29 maggio nel Bollettino Ufficiale, il governo argentino ha modificato in modo sostanziale la Legge 25.871 sulle migrazioni.
Le nuove disposizioni, firmate dal presidente Javier Milei e dalla ministra dell’Interno Patricia Bullrich, puntano a rafforzare i controlli migratori e a limitare l’accesso degli stranieri ai servizi pubblici, ridefinendo così il ruolo e i diritti dei cittadini non argentini sul territorio nazionale.
Tra i cambiamenti più significativi, si stabilisce che gli stranieri privi di residenza permanente dovranno coprire i costi dei servizi sanitari e dell’istruzione pubblica universitaria (peraltro tutta la formazione post-laurea è già a pagamento per i non argentini, anche con residenza regolare), a eccezione dei casi di emergenza o gravi situazioni umanitarie.
L’orientamento è quello di riservare le risorse dello Stato a chi contribuisce in maniera regolare alla vita economica e sociale del paese. Esperienze simili sono già state attuate in alcune province, come Salta, dove questa linea politica ha portato a una riduzione delle spese sanitarie.
Il decreto introduce anche un’accelerazione nelle procedure di espulsione per gli stranieri coinvolti in attività criminali. Le autorità migratorie potranno revocare permessi di soggiorno o impedire l’ingresso nel Paese in caso di precedenti penali, documentazione falsa o mancanza dei requisiti legali. Inoltre, si prevede un rafforzamento dei controlli alle frontiere per contrastare l’immigrazione irregolare, il traffico di persone e il contrabbando.
La misura ha sollevato reazioni contrastanti. I sostenitori della riforma la considerano una necessaria difesa dell’ordine pubblico e delle finanze statali. Al contrario, numerose organizzazioni per i diritti umani e settori dell’opposizione temono che le nuove regole possano generare discriminazioni e ledere diritti fondamentali degli immigrati, soprattutto dei più vulnerabili.
Resta ora da vedere come sarà applicato sul campo e quale sarà la sua reale incidenza nella società argentina.