BUENOS AIRES – Il governo di Javier Milei ha ufficializzato questo fine settimana nuovi cambiamenti nel Gabinetto nazionale: Manuel Adorni assumerà l’incarico di capo di Gabinetto, in sostituzione di Guillermo Francos, mentre Diego Santilli diventerà ministro dell’Interno, dopo l’uscita di Lisandro Catalán.
Adorni, finora portavoce presidenziale e uno dei volti più visibili del governo libertario, assumerà il suo nuovo ruolo questo lunedì e presterà giuramento mercoledì 5 novembre alla Casa Rosada. La decisione punta a rafforzare il controllo politico dell’esecutivo e la centralizzazione della comunicazione ufficiale, in una nuova fase della gestione.
Parallelamente, Santilli approda al ministero dell’Interno con la missione di ricomporre i legami con le Province e riorganizzare la strategia politica dell’ufficialismo. Il suo arrivo è stato salutato dallo stesso Catalán, che ha sottolineato la sua “vocazione al dialogo e alla ricerca di consenso”.
Entrambi i funzionari erano stati eletti per occupare seggi legislativi a dicembre: Adorni come legislatore di Buenos Aires e Santilli come deputato nazionale per la provincia di Buenos Aires. La decisione di entrare a far parte del Gabinetto, invece di assumere i rispettivi incarichi legislativi, ha sorpreso anche all’interno di La Libertad Avanza (LLA).
La nomina di Santilli chiude un ciclo turbolento nella strategia elettorale bonaerense della maggioranza. La sua candidatura come capolista è emersa dopo le dimissioni di José Luis Espert, che ha rinunciato a presentarsi alle elezioni, dopo essere stato collegato all’imprenditore Federico “Fred” Machado, accusato di narcotraffico e riciclaggio di denaro negli Stati Uniti.
Questa uscita ha portato Santilli al primo posto della lista dei deputati. Il dirigente ha chiesto più volte che le schede elettorali venissero ristampate — richiesta sostenuta anche dallo stesso governo — ma la Giustizia Elettorale ha respinto la domanda.
Nonostante il conflitto, Santilli ha mantenuto una campagna attiva e ha ottenuto il seggio. Ma ora, una settimana dopo la conferma della sua elezione, ha comunicato che accetterà l’incarico come ministro.
Le dimissioni di Francos e Catalán sono avvenute dopo giorni di voci contrastanti e forti pressioni interne. Francos ha presentato le sue dimissioni venerdì, con una lettera nella quale ha chiesto di “lasciare il Presidente libero di affrontare la nuova fase del governo senza condizionamenti”.
Le tensioni interne tra Santiago Caputo, principale consigliere di Milei, e l’ala politica allineata con Karina Milei, Martín Menem e “Lule” Menem, sono state determinanti per il rimpasto. La nomina di Adorni e Santilli rappresenta una vittoria del settore vicino alla segretaria generale della Presidenza.
Santiago Caputo, da parte sua, continuerà come principale consigliere di Milei, senza occupare un incarico formale, anche se la sua influenza rimane centrale. Durante il fine settimana si era ipotizzato che potesse assumere un “superministero” politico, ma la nomina di Santilli ha smentito queste voci.
L’attuale riassetto avviene dopo una serie di movimenti iniziati settimane fa, quando ha presentato le dimissioni il cancelliere Gerardo Werthein, a causa del suo scontro con lo stesso Caputo, ed è stato sostituito da Pablo Quirno. Le dimissioni del ministro, imprenditore ed ex ambasciatore negli Stati Uniti, hanno segnato l’inizio del processo di cambiamenti che ora si sta accelerando.
Nel frattempo, nonostante le voci di dimissioni, Mariano Cúneo Libarona continuerà a capo del ministero della Giustizia, almeno per i prossimi mesi.
Con questi cambiamenti, il governo cerca di mettere ordine nel fronte politico e rafforzare la gestione, anche se le tensioni interne ai vertici libertari restano latenti. Il nuovo assetto mette in evidenza l’avanzata della cerchia più vicina a Karina Milei e la messa in ombra, almeno momentaneo, del settore legato a Santiago Caputo