BUENOS AIRES - La giustizia argentina ha ordinato la scarcerazione dell'ex brigatista Leonardo Bertulazzi accogliendo un ricorso della difesa e riconoscendo che la revoca dello status di rifugiato, decretata dal governo di Javier Milei, non era effettiva al momento dell'arresto, avvenuto lo scorso 29 agosto. 

Nella sentenza, emessa dalla Camera Federale di Cassazione, si rilevano inoltre “elementi di arbitrarietà” e considerazioni “dogmatiche” nelle sentenze di primo grado e di appello che avevano negato la scarcerazione di Bertulazzi. 

I supremi giudici argentini hanno tenuto conto, inoltre, del fatto che al momento dell'arresto questi “viveva insieme alla moglie da oltre 20 anni nello stesso domicilio del quale è proprietario”. 

L'ex membro della colonna genovese delle Br è considerato tra i responsabili del sequestro dell'ingegnere Piero Costa avvenuto nel capoluogo ligure nel 1977, ma aveva ricevuto lo status di rifugiato in Argentina nel 2004.  

È solo uno dei tanti membri dell’organizzazione terroristica che hanno scelto di rifugiarsi in America latina per sfuggire alla giustizia italiana. 

Tra questi c'è Alessio Casimirri, nome di battaglia Camillo, che da quasi 50 anni vive in Nicaragua dove ha aperto un ristorante protetto dal governo sandinista di Daniel Ortega, che gli ha concesso anche la cittadinanza. 

Casimirri avrebbe preso parte al sequestro Moro e il suo nome era tornato di attualità dopo l'arresto in Brasile di Cesare Battisti, appartenente al gruppo Proletari Armati per il Comunismo. 

Sempre in Nicaragua si troverebbe anche Manlio Grillo, indicato come autore dell'attentato di Primavalle contro il missino Mario Mattei, nel 1973, in cui persero la vita, bruciati vivi, i suoi due figli di 22 e 10 anni.