BUENOS AIRES – Il presidente Javier Milei ha firmato il decreto che autorizza le sedure straordinarie del Congresso nazionale tra il 10 e il 30 dicembre 2025.
Si tratta di una fase legislativa che esula dal calendario ordinario, prevista dalla Costituzione, nella quale l’ordine del giorno è limitato ai temi che il potere esecutivo include nella convocazione. In questo periodo, la Camera dei Deputati e il Senato possono discutere solo l’elenco stabilito dalla Casa Rosada e entro il termine fissato.
Il programma è breve — sei iniziative — ma di forte impatto politico ed economico. Al primo posto figura il Bilancio 2026, che il governo intende approvare come segnale di prevedibilità fiscale per chiudere l’anno.
Il progetto era già avanzato nelle commissioni durante il 2025, ma alla conclusione del periodo ordinario ha perso validità formale e dovrà essere nuovamente discusso prima di arrivare in aula. La Libertà Avanza punta alla prima approvazione in dicembre, mantenendo come linea rossa negoziale l’obiettivo del pareggio finanziario.
Il pacchetto fiscale si completa con due progetti tributari. La Legge di innocenza fiscale mira a modificare i parametri di indagine penale in materia tributaria, innalzando le soglie per qualificare un reato come frode e riducendo i tempi di controllo e reclamo da parte dell’ente riscossore.
Accanto ad essa si colloca la Legge di impegno nazionale per la stabilità fiscale e monetaria, con cui l’esecutivo intende sancire per legge l’obbligo di presentare bilanci senza deficit.
Ma dicembre non si concentra solo sui numeri. Il decreto include anche la modernizzazione del lavoro, ancora priva di un testo formalmente presentato, che il governo dovrà inviare nelle prossime settimane. L’esecutivo anticipa una riforma orientata a rivedere le regole dell’impiego, con attenzione a formalizzazione, costi e oneri per i datori di lavoro, un punto che promette attriti con i sindacati e con i blocchi dell’opposizione.
In parallelo compare la riforma del Codice Penale, redatta da specialisti e annunciata da Milei in ottobre, che propone un inasprimento delle pene, un riordino dei reati e l’inserimento di nuove fattispecie legate al crimine tecnologico, compreso l’uso dell’intelligenza artificiale. Anche questo progetto non è ancora stato presentato formalmente, ma la convocazione lo rende una priorità nelle sedute straordinarie.
La sorpresa politica dell’ordine del giorno sta nell’ultimo punto: l’adeguamento del regime di tutela dei ghiacciai e dell’ambiente periglaciale. L’iniziativa non è stata ancora depositata, ma punta a riaprire la discussione sulla legge vigente, per ampliare i margini decisionali delle province sulle aree idonee a progetti minerari nelle zone della cordillera andina.
La sua inclusione apre un duplice fronte di tensione. Da un lato, preannuncia una disputa territoriale: le province con economie minerarie chiedono maggiore flessibilità per autorizzare investimenti. Dall’altro, attiva la resistenza del movimento socioambientale, che avverte che una riforma orientata a ridurre le restrizioni potrebbe indebolire la protezione degli ecosistemi d’alta montagna, compromettere le riserve di acqua dolce e riaprire conflitti con le comunità locali in un contesto di stress climatico.
Dietro l’agenda emerge la strategia parlamentare. La Libertà Avanza arriva a fine anno senza maggioranza e ha bisogno di accordi con i blocchi provinciali per far avanzare il suo pacchetto centrale. In questo scenario, molti voti dipendono più dagli allineamenti territoriali che da quelli partitici nazionali, spingendo la negoziazione verso i governatori.
In questo quadro, la discussione sui ghiacciai appare come un incentivo per ottenere il sostegno delle province andine, mentre il governo cerca di blindare il nucleo fiscale e di far avanzare di almeno un passo le riforme del lavoro e del codice penale.
Con un calendario ristretto, progetti ancora da presentare e un ordine del giorno ad alta tensione politica, le straordinarie di dicembre aprono per Milei un conto alla rovescia legislativo: consolidare il suo piano economico in Parlamento, avanzare nelle riforme strutturali e contenere, allo stesso tempo, una disputa ambientale che promette di spostarsi con forza dalle aule parlamentari alle piazze.