ROMA - I carabinieri della stazione di Mesola (Ferrara) hanno arrestato un pregiudicato quarantanovenne, eseguendo una ordinanza emessa dal gip del Tribunale di Milano, applicativa della misura cautelare provvisoria del ricovero presso struttura del servizio psichiatrico ospedaliero, per aver perseguitato la vincitrice del Festival di Sanremo, Angelina Mango, e la madre Laura Valente.  

I militari hanno portato l'uomo nel reparto di psichiatria dell'Arcispedale di Cona (Ferrara) dov'è costantemente piantonato da personale della Polizia Penitenziaria. L'uomo si trovava dallo scorso febbraio agli arresti domiciliari perché ritenuto responsabile di atti persecutori nei confronti delle due donne che hanno sporto denuncia.  

Il provvedimento prevedeva il divieto di comunicare con qualsiasi mezzo con le vittime, che risiedono nella provincia di Milano, ma l'uomo aveva continuato a inviare loro raccomandate e messaggi su whatsapp. Nel frattempo, era stato anche sottoposto a un trattamento sanitario obbligatorio. Il giudice, alla luce degli elementi raccolti dalla Procura di Milano, ha deciso di disporre per l'uomo una misura più pesante, in attesa della valutazione circa la sua eventuale infermità mentale. 

Era stato anche a Sanremo, e aveva cercato di avvicinare la cantante a un evento a margine della kermesse cercando di convincere gli addetti alla sicurezza di aver una relazione con la cantante in cui era il suo ‘protettore’ da presunte persone che ‘volevano farle fare una fine mortale’.  

Gli atti persecutori sono iniziati a dicembre 2023 quando il quarantanovenne ha scoperto l'indirizzo di casa di Laura Valente, la madre della cantante e vedova di Pino Mango, inviandole delle lettere e poi appostandosi nel tentativo, in più occasioni, di far avere ad Angelina Mango spray urticanti e confezioni di psicofarmaci. Sulla base delle indagini dei poliziotti a metà febbraio, su richiesta della pm Elisa Calanducci, la gip di Milano Stefania Donadeo aveva messo agli arresti domiciliari l'uomo.  

Tuttavia, in questi ultimi tre mesi, avrebbe continuato a tempestare di messaggi e raccomandate le due donne tanto che la pm ha chiesto l'aggravamento del ricovero in luogo di cura. In questi mesi l’uomo avrebbe anche inviato delle e-mail pec ai magistrati coinvolti nel procedimento, chiedendo un risarcimento danni.