Peccato. L’occasione era ghiotta, ma il primo ministro Anthony Albanese ha voluto dare la precedenza alla Voce e così la repubblica d’Australia è slittata a data da destinarsi. Saggiamente il capo di governo, scottato dalla bocciatura costituzionale pro-popolazione indigena dello scorso anno, ha prontamente rimesso nel cassetto i sogni di completa indipendenza dell’Australia perché con i tempi non ci siamo. Non c’è passione, non c’è un progetto, nonostante la bocciatura di 25 anni fa (il prossimo mese) del cambiamento costituzionale, sia stata fortemente legata proprio al fatto che non era stato deciso che ‘tipo di repubblica’ veniva proposto: modello irlandese, americano, italiano, francese ecc. John Howard aveva mantenuto la promessa fatta da Paul Keating di indire il referendum e poi aveva fatto campagna contro nel miglior modo possibile, intorbidendo quanto più possibile le acque.

Perché nel 1999 la voglia c’era e un giovane Malcolm Turnbull, a capo del Movimento repubblicano, era riuscito a creare molto più interesse di quanto circoli oggi, un quarto di secolo dopo, mentre il Paese si prepara, ma non troppo, a ricevere la prima visita da re, di Carlo (III), al suo diciassettesimo viaggio ufficiale in Australia, sempre da principe e anche da studente, quando, nel lontano 1966, ha frequentato il campus di Timbertop della Geelong Grammar School. 

Perché nel 1999 la voglia c’era e un giovane Malcolm Turnbull, a capo del Movimento repubblicano, era riuscito a creare molto più interesse di quanto circoli oggi, un quarto di secolo dopo, mentre il Paese si prepara, ma non troppo, a ricevere la prima visita da re, di Carlo (III), al suo diciassettesimo viaggio ufficiale in Australia, sempre da principe e anche da studente, quando, nel lontano 1966, ha frequentato il campus di Timbertop della Geelong Grammar School. 

 Nel 1999 l’allora principe del Galles era rimasto sorpreso dalla scelta dell’Australia di respingere la proposta repubblicana e di rimanere agganciata alla Corona britannica: aveva pensato ad un atto dovuto, a una inevitabilità, a un esame di maturità di una giovane e ambiziosa nazione che era rimasta scottata ed umiliata dai fatti del 1973 quando da Londra, seguendo le direttive dell’allora governatore generale Sir John Kerr, era stato clamorosamente licenziato il governo democraticamente eletto guidato da Gough Whitlam. 

Quasi 25 anni dopo arriva quindi in visita re Carlo, una specie di stopover sulla via di Samoa dove si terrà il vertice dei capi di governo dei Paesi del Commonwealth. Ma nell’aria non c’è grande entusiasmo, alla pari con i sentimenti repubblicani che non sono sicuramente alla base della quasi indifferenza generale, a livello politico-statale, con tutti i premier, con l’eccezione di quello del New South Wales, Chris Minns - che incontrerà il re e la regina Camilla per forza di cose durante la sua permanenza a Sydney -, che non hanno intenzione di interrompere i loro impegni di lavoro per dare il benvenuto, che piaccia o no, al loro capo di stato (anche con l’handicap di essere stato ‘nominato da Dio’ e di non essere australiano). Quindi niente ‘salto’ a Canberra lunedì per il ricevimento organizzato dal governo federale per dare il benvenuto in Australia a Carlo III (servizio a pag12). Tutti troppo presi dalle loro responsabilità alla guida delle loro amministrazioni: Jacinta Allen (Victoria) ha dichiarato di avere tutta una serie di appuntamenti ‘interni ed esterni’ precedentemente presi e di non per potersi assentare; Steven Miles (Queensland) è nel pieno della campagna elettorale e non vuole fare diventare una certezza la quasi certezza di non essere rieletto; nemmeno un minuto da perdere, evidentemente, anche per i premier di due Stati notoriamente dinamici come il South Australia e la Tasmania dato che sia Peter Malinauskas sia Jeremy Rockliff, hanno assicurato di avere importanti appuntamenti a cui non possono mancare. “Impegni precedentemente presi” anche per il capo di governo del Western Australia, Roger Cook.

Forse la portavoce dell’Australian Monarchists League, la parlamentare liberale del Victoria, Beverly McArthur non ha tutti torti quando parla di una certa mancanza di rispetto da parte di coloro che hanno giurato fedeltà alla Corona per assumere il loro incarico in base a quelle che sono le regole del gioco e la realtà costituzionale del Paese. Non un insulto, ma una presa di posizione che, comunque, non riaccenderà sicuramente alcun fervore repubblicano data la completa assenza di qualsiasi dibattito in merito, specie dopo la decisione di Albanese di togliere la repubblica dall’agenda di governo, revocando l’incarico di ministro assistente per la repubblica a Matt Thistlethwaite, perché il progetto è stato sospeso senza precise date di possibile ripartenza. 

Tassi d’interesse, costo della vita, mancanza di alloggi sono i temi del momento, aveva detto Albanese facendo marcia indietro dopo la delusione della Voce. E martedì scorso, proprio mentre dal Queensland il primo ministro si apprestava ad annunciare (anche per dare una mano alla campagna di Miles) qualche novità proprio in campo immobiliare nei sobborghi di Blair, Oxley e Rankin, è arrivata la notizia che ha dirottato ogni dibattito in materia in tutta altra direzione, dell’acquisto di una proprietà di notevole valore sulla costa del New South Wales assieme alla sua partner Jodie Heydon (P11). Un investimento di oltre quattro milioni di dollari, vista mozzafiato, casa da sogno ‘perché - ha detto Albanese sotto il tiro incrociato dei media che degli investimenti pro-alloggi popolari in Queensland non interessava più niente -, sono fortunato perché ho un lavoro e delle entrate legate al mio impiego che me lo permettono’. E effettivamente sono affari privati e non c’è assolutamente nulla di male che il primo ministro abbia anche una propria vita al di fuori del lavoro, ma ci sono momenti e momenti, e ci sono ‘sensazioni’ esterne altrettanto giustificate.

Come non c’era niente di male che l’ex primo ministro Scott Morrison si concedesse una breve vacanza alle Hawaii assieme alla sua famiglia, sono state le circostanze a farlo diventare un momento negativamente indimenticabile per lui e gli elettori: gli incendi che stavano devastando alcune aree del Paese e i commenti all’insegna del ‘sono il primo ministro e non un pompiere’ non avevano di certo aiutato i suoi ‘diritti’.

Per questo Albanese che si compra una casa da Vogue in località da cartolina, a suon di milioni, in un momento in cui una buona parte delle famiglie australiane hanno difficoltà a soddisfare i loro mutui, in cui il costo della vita continua ad essere un tema di primissimo piano assieme alla mancanza di alloggi, qualche problemino allo stesso primo ministro e al suo governo questo investimento lo creerà. L’hanno capito molti dei suoi colleghi che hanno cercato di minimizzare l’impatto della notizia che ha riempito i telegiornali di martedì e le prime pagine dei giornali di ieri, con le accuse, inevitabili, dell’opposizione (Peter Dutton ha saggiamente scelto la via del silenzio o quasi) che si è tuffata su una presunta perdita di contatto del leader laburista con i suoi stessi elettori e con gli australiani in generale. Munizioni inaspettate per i verdi, ormai diventati i portavoce ufficiali di tutti coloro che vivono in affitto, che avranno da sbizzarrirsi sul fronte degli attacchi al primo ministro ormai passato sulla sponda dei privilegiati. 

Vita privata da difendere, sacrosanti diritti di investire come crede i suoi legittimissimi guadagni (non aiuta il consistente aumento di paga accordato recentemente, mentre il resto dell’Australia tira la cinghia, ai politici che hanno portato il suo stipendio oltre la soglia dei 600mila dollari l’anno) ma anche una inevitabilità con cui dover fare i conti. L’ha fatto notare il co-proprietario del gruppo di ricerca demoscopica Redbridge, Tony Barry, che ha fatto rilevare una realtà che Albanese non ha preso seriamente in considerazione per non lasciarsi sfuggire un bellissimo acquisto: “L’immagine è diabolica - ha detto -. Una delle regole d’oro della leadership politica è che non si può fare tutto quello che si vorrebbe fare. Come le vacanze all’estero, come vendere una proprietà d’investimento, come comprare una spettacolare casa su una spettacolare scogliera”.