ROMA - Lo slittamento del voto finale del Senato sulla riforma che introduce la separazione delle carriere non preoccupa la maggioranza che ha proceduto approvando il terzo degli otto articoli del testo. Si tratta di un articolo che dettaglia, dopo quello sulla separazione delle carriere, alcune norme cardine di questa riforma costituzionale, prevedendo due Csm i cui membri sono estratti a sorte; un meccanismo pensato per combattere le correnti interne alla magistratura ma che potrebbe rivelarsi un ‘baco’ nell’attuazione della legge, protesta l’opposizione.
Prima dell’inizio della seduta dell’Aula la conferenza dei capigruppo ha accolto la proposta del presidente Ignazio La Russa di far slittare il voto finale sulla riforma a martedì 22 luglio. “Ci interessa l’appuntamento con la storia non quello con la cronaca”, ha detto il capogruppo di Fi, Maurizio Gasparri, per far capire che tale slittamento non preoccupa la maggioranza.
Ad avvalorare tale atteggiamento ci ha pensato l’Aula che ha approvato l’articolo 3 del ddl Nordio, sul quale erano stati bocciati in precedenza oltre 500 emendamenti, mentre altri 419 incombono sul successivo articolo 4, i primi 140 dei quali sono stati votati e respinti, grazie anche al meccanismo del ‘canguro’ che consente di valutare più emendamenti simili con un solo voto. L’articolo 3 prevede due Csm, uno per i magistrati requirenti e uno per quelli giudicanti.
I critici della riforma affermano che “ciò porterà a subordinare le procure al governo”, come ha dichiarato il senatore Francesco Giacobbe del Pd, oppure che allontanerà i Pm dalla cultura della giurisdizione, con le sue garanzie per i cittadini, trasformandoli in superpoliziotti pronti a tutto pur di far condannare l’imputato. Per la maggioranza (ancora una volta silente in Aula), al contrario, il doppio Csm rafforzerà la terzietà del giudice rispetto al Pm, che costituisce, questa sì, la miglior garanzia per l’imputato. I due futuri Csm saranno composti per due terzi da magistrati estratti a sorte tra quelli che avranno i requisiti (“ci si affida allo Spirito Santo” ha ironizzato Graziano Delrio del Pd), mentre per i membri laici varrà il cosiddetto ‘sorteggio temperato’: saranno sorteggiati da un elenco eletto dal Parlamento in seduta comune.