RICHMOND (Virginia) – Un gran giurì americano ha emesso 17 nuove accuse contro il fondatore di Wikileaks, Julian Assange, nell’ambito del caso collegato a Chelsea Manning, l’ex analista dell’esercito Usa che nel 2010 ha sottratto e condiviso con Assange migliaia di documenti classificati.
Salgono così a 18 i capi di accusa contro il giornalista Assange era già stato accusato di cospirazione dalle autorità federali americane, che per questo ne avevano chiesto l’estradizione. Secondo i documenti depositati giovedì presso il tribunale del distretto orientale della Virginia, “Assange e Wikileaks hanno cercato, ottenuto e diffuso informazioni che gli Stati Uniti hanno classificato per il serio rischio che la pubblicazione non autorizzata potesse mettere in pericolo la sicurezza nazionale”.
In altre parole, i giudici della Virginia accusano Assange di aver violato l’Espionage Act. Gli avvocati di Assange non potranno quindi sostenere che i documenti segreti pubblicati hanno permesso di rivelare crimini di guerra nel pubblico interesse. Questo perché l’Espionage Act non riconosce la nozione di pubblico interesse.
L’accusa di spionaggio cambia completamente la situazione legale di Assange: ogni violazione dell’Espionage Act può essere punita con una condanna fino a 10 anni di reclusione. Secondo i documenti depositati presso il tribunale del distretto orientale della Virginia, “Assange ha divulgato i nomi di fonti creando un grave e imminente rischio per la loro incolumità”.