BRISBANE - Il valore dell’assicurazione sanitaria privata in Australia si sta “erodendo”. Lo afferma l’AMA nel suo nuovo Private Health Insurance Report Card, che descrive un sistema sotto forte tensione, incapace di offrire un reale ritorno economico ai circa 15 milioni di cittadini che pagano una polizza.

Secondo il rapporto, i premi sono aumentati ben oltre inflazione e salari, mentre quasi il 70% delle polizze contiene oggi esclusioni: trattamenti o condizioni mediche che la compagnia non copre. “Gli australiani spendono di più e ricevono di meno”, ha sintetizzato la presidente AMA Danielle McMullen.

Negli ultimi cinque anni sono cresciute di 640mila unità le polizze attive, ma la domanda di prodotti gold è crollata: molti assicurati scelgono formule più economiche, rinunciando a servizi fondamentali come ostetricia senza liste d’attesa o cure psichiatriche. La ricerca denuncia inoltre il fenomeno del cosiddetto “phoenixing”, quando un’assicurazione chiude una polizza e la ripropone identica a un prezzo più alto.

L’AMA ha evidenziato anche disparità marcate nei rimborsi per le stesse procedure. Per un parto senza complicazioni, un’assicurazione può pagare fino al 30% in più rispetto a un’altra. E il rimborso cambia anche in base alla residenza: per una cataratta, un paziente del New South Wales riceverebbe un beneficio più alto rispetto a uno del South Australia.

Il problema centrale, secondo il rapporto, è che una quota insufficiente dei premi viene reinvestita in cure: nel 2024-25 solo l’84% è tornato ai pazienti sotto forma di trattamenti. L’AMA chiede che si imponga per legge un minimo del 90% e la creazione di un’autorità indipendente per vigilare sul settore.

La crisi del privato emerge mentre gli ospedali denunciano costi in crescita e tariffe assicurative troppo basse per restare in equilibrio. Il governo, da parte sua, sollecita le compagnie a contenere i premi: “Le famiglie devono ottenere un reale valore”, ha detto il ministro della Sanità Mark Butler.

Per McMullen, serve un’azione rapida: “Se non si sistemano i meccanismi del privato, a soffrire sarà la salute degli australiani”.