BUENOS AIRES – Organizzazioni per i diritti umani – come buelas de Plaza de Mayo, Red nacional de Hijos e la Comisión provincial por la memoria hanno – espresso una forte condanna al decreto 351/2025, da poco pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, che modifica la struttura del Banca nazionale dai dati genetici (Bndg) e le toglie lo status di ente autonomo, trasferendola a una nuova area amministrativa sotto la presidenza del Consiglio di gabinetto.

Il decreto, firmato dal presidente Javier Milei, prevede la trasformazione del Bndg da “organismo decentralizzato” a “organismo deconcentrato”, con l’obiettivo dichiarato di “ottimizzare le risorse” e “rafforzare l’efficienza amministrativa”. Tuttavia, per le organizzazioni per i diritti umani, questa misura rappresenta un grave passo indietro nelle garanzie istituzionali, legate alle politiche di “Memoria, Verità e Giustizia”.

Hijos, organizzazione formata da figli di desaparecidos, ha denunciato che il decreto genera un “clima di grande incertezza” sul futuro del Bndg, un’istituzione chiave per l’identificazione genetica di resti attribuibili a desaparecidos o delle persone nate in clandestinità durante la dittatura

Allo stesso modo, Abuelas de Plaza de Mayo hanno affermato che il cambiamento “viola il diritto alla verità e il principio di non regressione”, avvertendo che la perdita di autonomia può compromettere la continuità delle indagini fondamentali.

La misura si somma ad altri cambiamenti attuati negli ultimi mesi. Tra questi, il declassamento della segreteria per i Diritti Umani a sottosegreteria, il trasferimento dell’Archivo Nacional de la Memoria (Anm) e del sito della Memoria exESMA alla competenza del Centro internacional para la promoción de los derechos humanos (Cipdh), e i licenziamenti di massa in organismi chiave.

Secondo Abuelas, queste decisioni “non sono semplici atti di razionalizzazione amministrativa, bensì espressione di una chiara direzione ideologica”.

Cos’è la Bndg e perché è fondamentale

La Banca nazionale dei dati genetici, creata dalla legge 26.548 e regolamentata dal decreto 38/2013, funziona come un organismo pubblico di riferimento in genetica forense, dedicato all’identificazione delle persone sottratte durante il terrorismo di Stato. Conserva campioni genetici di familiari dei desaparecidos, che possono essere confrontati con quelli di persone che nutrono dubbi sulla propria identità e sospettano di essere stati adottati illegalmente. La sua esistenza è stata fondamentale per il recupero dell’identità di oltre 130 nipoti, figli di desaparecidos e ritrovati grazie all’instancabile lavoro di Abuelas.

La legge stabilisce inoltre che il servizio è gratuito e confidenziale. La Comisión Nacional por el Derecho a la Identidad (Conadi) e Abuelas gestiscono i casi e garantiscono il processo insieme al Bndg.

Finora il Banco operava con autonomia amministrativa e finanziaria, il che garantiva indipendenza nell’azione tecnica e giudiziaria. Dal 2012, si trovava sotto il ministero della Scienza, Tecnologia e Innovazione, con severe misure di sicurezza per proteggere i campioni e i dati archiviati.

Cosa implica il decreto

Il Decreto 351/2025 stabilisce che il Bndg passerà ora sotto l’autorità della Segreteria per l’Innovazione, la Scienza e la Tecnologia – dipendente dalla presidenza del Consiglio di Gabinetto – e sarà gestito da un direttore tecnico generale, selezionato tramite concorso pubblico.

Anche se il testo indica che il personale attuale sarà mantenuto “fino all’approvazione della nuova struttura organizzativa”, le organizzazioni temono che questa ristrutturazione possa compromettere le risorse umane e i processi decisionali relativi alle indagini.

Hijos e Abuelas sottolineano che questa trasformazione avviene in un contesto di tagli generalizzati, smantellamento istituzionale e definanziamento delle politiche pubbliche legate ai diritti umani. E avvertono che potrebbe ostacolare la ricerca di quasi 300 nipoti che ancora non conoscono la loro vera identità.

Le reazioni sui social

La Comisión provincial por la memoria ha dichiarato sui social che il decreto “va contro gli impegni internazionali assunti dallo Stato argentino in materia di memoria e riparazione”  e ne ha chiesto l’abrogazione. Da parte sua, la Bndg non ha rilasciato dichiarazioni ufficiali, ma da ambienti del personale tecnico è trapelata preoccupazione per la stabilità occupazionale la continuità delle attività.

Nel frattempo, sia Abuelas sia Hijos hanno lanciato un appello alla società affinché “difenda il diritto all’identità, alla memoria e alla giustizia”, avvertendo che queste azioni “mettono a rischio 40 anni di democrazia”.