MILANO - Dopo mesi di battaglie e proteste arriva la prima svolta concreta per i lavoratori del mondo della gig economy in Italia. Qualche giorno fa, infatti, la piattaforma di consegne di cibo a domicilio ha annunciato che, da marzo prossimo e per il momento solo in Lombardia,  procederà ad assumere con contratto di lavoro dipendente i rider che lavorano per il gruppo, che quindi non saranno più considerati lavoratori autonomi.

I rider saranno inquadrati come lavoratori subordinati, una scelta che consentirà loro di avere tutti i vantaggi e le tutele tipiche dei lavoratori dipendenti, e condizioni di assunzione eque tra cui, elenca, un compenso orario, ferie, malattia, maternità/paternità, indennità per lavoro notturno, e festivi, coperture assicurative, dispositivi di sicurezza gratuiti in dotazione, formazione obbligatoria e tutele previdenziali.  

Quanto alla retribuzione, in fase di prima applicazione, Just Eat riconoscerà un trattamento non inferiore alle tabelle previste da contratti collettivi esistenti per profili e attività analoghe, garantendo un compenso orario del valore medio di circa 9 euro l’euro l’ora. Si tratta di un valore indicativo, che si ottiene applicando su una paga base di 7,50 euro l’ora, indipendentemente dalle consegne effettuate, il pacchetto di maggiorazioni previste dalla normativa in vigore.

A tale somma si aggiungerà un sistema di bonus legato al numero di consegne. Tale importo potrà essere aggiornato e rivisto – nella sua composizione e funzionamento – in funzione dell’esito del confronto sindacale in corso.