CANBERRA - Il primo ministro Anthony Albanese ha richiesto un colloquio urgente con il presidente statunitense dopo la conferma dell’introduzione dei dazi. Oggi, Albanese ha dichiarato alla Camera che continuerà a perorare il caso dell’Australia chiedendo che venga esclusa dal numero di nazioni sottoposte a questa penalizzazione in grado arrecare un grave danno alla bilancia commerciale. 

Il mercato azionario australiano ha osservato una brusca caduta dopo la notizia, paventando che anche l’Australia verrà interessata dai dazi. Poco dopo l’apertura, l’Australian Stock Exchange (ASX) ha registrato un calo dello 0,65%, perdendo 55 punti.

Non è ancora chiaro se gli esportatori australiani saranno inclusi, poiché erano stati esentati da misure simili durante il primo mandato di Trump. Tuttavia, un dazio sui prodotti australiani sarebbe un “affronto” per l’industria locale e l’alleanza USA-Australia, ha affermato il CEO dell’Australia Industry Group, Innes Willox.

“Ora spetta al governo federale intervenire rapidamente per proteggere l’industria e i produttori australiani da una guerra commerciale in escalation”, ha detto Willox.

I ministri australiani hanno intrattenuto lunghe discussioni con i loro omologhi statunitensi per ottenere esenzioni. Il ministro della Difesa Richard Marles ha già incontrato il Segretario alla Difesa USA Pete Hegseth, ma il ministro del Commercio Don Farrell non ha ancora parlato con il suo omologo Howard Lutnick, in attesa della conferma del Senato.

“Il nostro rapporto economico bilaterale è vantaggioso per entrambi i paesi”, ha dichiarato Farrell.

L’opposizione ha sottolineato l’importanza di un’azione immediata, ricordando il successo ottenuto nel 2018 nel garantire esenzioni. “L’ambasciatore negli Usa è un ruolo critico e ora Albanese e Rudd hanno un compito fondamentale”, ha affermato il liberale Kevin Hogan.

Nel 2023, le esportazioni australiane di ferro e acciaio verso gli USA hanno totalizzato 237,5 milioni di dollari, mentre quelle di alluminio hanno raggiunto 316,9 milioni.