Tutti sanno che, quando Roberto Carolei dice “Attacca, suonatore”, il ballo sta per avere inizio. Roberto è il fondatore del gruppo di danze popolari Gioia d’Italia e racconta con semplicità la sua storia: “Ogni volta che con mia moglie partecipavamo a un evento della comunità italiana, osservavamo che il cibo non mancava, ma non c’erano gruppi di balli popolari. Così abbiamo deciso di crearne uno noi”. Nato nel 2002, è stato il primo nella cosiddetta zona Sud dell’area metropolitana di Buenos Aires. che comprende centri come Lanús, Lomas de Zamora, Temperley...
Figlio di calabresi, nato nel 1953 in Argentina, Roberto è cresciuto a Lomas de Zamora. “Mio padre era di Cosenza – spiega –. Mamma di San Giacomo Cerzeto, una comunità arbëreshë sempre in provincia di Cosenza”. Gli arbëreshë sono gli “albanesi d’Italia”, insediatisi nel XV secolo, prima dell’invasione ottomana in Albania, formando piccole comunità del meridione, soprattutto in Calabria e Basilicata.
“Papà era operaio e aveva un negozio di vendita e riparazione di scarpe – ricorda Carolei -. In casa parlavamo dialetto, per questo io a scuola all’inizio stavo molto zitto, avevo paura di sbagliare, non sapevo bene lo spagnolo. Però ho finito le elementari con il titolo di abanderado, onore che spetta al primo della classe”.
Arrivato all’università, Roberto studia Scienze sociali e si diploma in Giornalismo, un corso di studi che oggi sfrutta nella sua attività radiofonica. Conduce infatti il programma Tanos (appellativo che veniva affibbiato agli immigrati italiani che, secondo il luogo comune, si chiamavano tutti Gaetano, Tano e Tanino), tutti i venerdì dalle 16 alle 18 su Radio Independencia di Lanús (AM 1160), nel quale parla della comunità italiana, di musica e cultura popolari.
Roberto Carolei in costume folk durante un'esibizione
Il folklore è la vera passione di Roberto. Ciò che lo ha spinto a fondare Gioia d’Italia. “Mi ha aiutato mia moglie, maestra di danza – afferma -. Inizialmente abbiamo cercato volontari tra i membri della comunità più presenti alle feste, poi il gruppo si è allargato. Oggi il membro più anziano ha 87 anni, ma abbiamo fatto crescere anche tanti giovani che successivamente si sono resi indipendenti e sono andati per la loro strada”.
Il gruppo è specializzato in balli calabresi, siciliani e molisani, ma nessuna zona d’Italia viene esclusa. “Abbiamo fatto molte ricerche sulle musiche tradizionali per le diverse ricorrenze e siamo pure stati in Puglia, nel 2011, per il festival folk della Notte della Taranta. E abbiamo pure creato nostre rappresentazioni sulle usanze dell’Italia contadina: la vendemmia, la pesca, la trebbiatura...”.
Fatto sta che quando Roberto dice “Attacca, suonatore!” tutti i presenti sanno che inizia il ballo. “Ha imparato a dirlo – fa lui con un sorriso - persino il mio nipotino di 3 anni”.