GAZA - È salito a 40 il numero dei morti in un raid delle Forze di difesa israeliane (Idf) a Jabalia, 19 dei quali in una clinica sanitaria dell’Unrwa. Lo riportano i media palestinesi, citati da Haaretz. L’esercito israeliano ha dichiarato in un comunicato di aver colpito i militanti di Hamas “all’interno di un centro di comando e controllo utilizzato per coordinare l’attività terroristica”. 

Almeno altre 21 persone sono state uccise in attacchi israeliani dall’alba di oggi nella Striscia di Gaza centrale e meridionale: lo hanno riferito fonti mediche, riportate da al Jazeera. In uno degli attacchi più mortali, le forze israeliane hanno preso di mira una casa a Khan Younis, nella Gaza meridionale, uccidendo almeno 17 palestinesi.  

Tra le vittime ci sono cinque donne, una delle quali era incinta, e due bambini, secondo media internazionali. Altri due sono stati uccisi in un attacco nell’area nord-orientale di Rafah, dove l’esercito israeliano ha annunciato che sta portando avanti un assalto su vasta scala per conquistare “vaste aree” del territorio. 

A Gaza, dopo un mese di assedio imposto dalle autorità israeliane, alcuni farmaci essenziali scarseggiano e stanno per finire, con il rischio di lasciare i palestinesi senza cure salvavita: è l’allarme lanciato oggi da Medici Senza Frontiere (Msf), che chiede alle autorità israeliane di mettere immediatamente fine alla punizione collettiva della popolazione palestinese e all’assedio disumano di Gaza, oltre ad assumersi le proprie responsabilità di potenza occupante per facilitare l’ingresso di aiuti umanitari su larga scala. 

Le persone sono private di beni primari come cibo, acqua e medicine mentre le forze israeliane continuano a bombardare la Striscia di Gaza, rischiando di causare un alto numero di complicazioni sanitarie e di morti, si legge in un comunicato stampa. 

Da oltre un mese nessun aiuto umanitario o camion entra a Gaza, vale a dire il periodo più lungo dall’inizio della guerra senza l’ingresso di camion nel territorio. Inoltre, esattamente un mese fa, il 2 marzo, le autorità israeliane hanno imposto un assedio totale di Gaza. Il 9 marzo hanno tagliato l’elettricità, necessaria per alimentare gli impianti di desalinizzazione dell’acqua: un blocco totale degli aiuti e dell’elettricità che sta privando la popolazione dei servizi più basici, una vera e propria punizione collettiva. 

“Le autorità israeliane hanno condannato la popolazione di Gaza a sofferenze insopportabili con questo loro assedio letale”, ha affermato Myriam Laaroussi, coordinatrice delle emergenze di Msf a Gaza. “Questa violenza deliberata inflitta ai danni delle persone è come una morte lenta, deve finire immediatamente”, ha aggiunto. 

L’assedio ha costretto i team di Msf a iniziare a razionare farmaci, come gli antidolorifici, fornendo cure meno efficaci o rimandando a casa i pazienti. Le squadre della ong stanno anche esaurendo le scorte di materiale chirurgico come anestetici, antibiotici pediatrici e medicinali per patologie croniche come l’epilessia, l’ipertensione e il diabete. A causa del razionamento, le équipe di Msf in alcune cliniche di assistenza sanitaria di base devono curare le ferite dei pazienti senza alcun antidolorifico.