MELBOURNE - L’episodio ha scatenato una veemente reazione da parte del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, che ha chiesto un’azione decisa al governo australiano.
Secondo la polizia, venerdì sera, Angelo Loras, 34 anni, originario di Toongabbie (NSW), avrebbe cosparso di liquido infiammabile la porta d’ingresso della East Melbourne Jewish Congregation e poi appiccato il fuoco. Le fiamme sono state circoscritte all’ingresso e non si sono registrati feriti, ma l’attacco è stato definito “un attacco all’Australia” dal ministro degli Interni Tony Burke.
Loras è stato arrestato sabato sera nel centro di Melbourne con l’accusa di condotta pericolosa, danneggiamento aggravato da incendio e possesso di arma proibita. Il suo legale non ha richiesto la libertà su cauzione.
Nella stessa notte, due ulteriori episodi hanno alimentato l’allarme. Un gruppo di manifestanti ha assaltato il ristorante israeliano Miznon nel CBD di Melbourne, lanciando I piatti dei tavoli e sedie e urlando “Morte all’IDF”. Un uomo di 28 anni è stato arrestato e poi rilasciato; le indagini proseguono.
In un terzo episodio, cinque uomini hanno appiccato il fuoco a tre veicoli in un’azienda di Greensborough che produce parti per aerei militari. I vandali hanno lasciato scritte con vernice rossa e sono fuggiti su e-bike. La polizia sta verificando eventuali collegamenti con l’attacco alla sinagoga, ma al momento non risultano connessioni.
Il premier israeliano Netanyahu ha definito gli attacchi “crimini d’odio antisemiti” e ha chiesto che i responsabili siano perseguiti con la massima severità. Le autorità australiane hanno promesso indagini approfondite per accertare se questi eventi possano configurarsi come atti di terrorismo.