GIACARTA – Insip Norgman, noto anche come Hanbali e Ridwan bin Isomuddin, dovrà affrontare una commissione militare che dovrà decidere su di una serie di imputazioni per crimini di guerra, tra cui omicidio, associazione a delinquere e terrorismo.
Saranno processati anche due uomini malesi accusati di collusione con lui, Mohammad Nazir bin Lep e Muhammad Team bin Amin.
Negli attentati di Bali del 2002 e nell’attacco del 2003 al JW Marriott Hotel di Jakarta almeno 213 persone sono morte e altre 109 sono rimaste ferite.
Secondo le accuse Hanbali è stato il leader di Jemaah Islamiyah, un gruppo terroristico del sud-est asiatico legato ad al-Qaida che ha rivendicato la responsabilità degli attacchi.
Hanbali, descritto dall’ex presidente degli Stati Uniti George W. Bush come “uno dei terroristi più letali al mondo”, è stato arrestato durante un’operazione congiunta delle forze statunitensi e tailandesi nel nord della Thailandia nel 2003. Oltre alle accuse di essere stato la mente degli attentati in Indonesia, sarebbe stato anche coinvolto in una serie di complotti falliti a Singapore, in Australia e nelle Filippine.
Secondo i difensori dell’uomo, per i primi tre anni dopo il suo arresto, Hanbali è stato tenuto in un campo di detenzione segreto gestito dalla CIA e torturato nell’ambito di un programma di “interrogatori potenziati”.
La prima udienza del procedimento presso la base statunitense a Cuba è stata ripetutamente interrotta a causa di problemi relativi agli interpreti d’aula. In particolare, gli avvocati dei due malesi hanno messo in dubbio l’idoneità dell’interprete del Tribunale, che sembrava parlare in modo esitante sia in inglese sia in malese.
“Sono passati quasi 20 anni, i testimoni sono morti, il quadro storico è cambiato radicalmente”, ha detto prima dell’udienza Brian Bouffard, un avvocato di Mohammed Nazir bin Lep. “A mio avviso, è estremamente difficile che si possa svolgere un processo equo”, ha aggiunto.